La prima notizia è che il collegio dei revisori dei conti ha bocciato il rendiconto 2019 del Comune di Rimini. La seconda è che, come si evince da toni e contenuti del parere, i rapporti fra i revisori e l’amministrazione comunale non sono – per dirla con un eufemismo – sereni e collaborativi. Comunque sia, un rendiconto finanziario accompagnato da un parere negativo dei revisori mette in serio imbarazzo la maggioranza che in consiglio comunale sarà chiamata a votarlo.
Vediamo punto per punto quali sono i rilievi mossi al consuntivo. Già dalla prima osservazione si capisce che non tira una buona aria. I revisori contestano all’amministrazione di aver scritto nella relazione che “Non sono pervenute segnalazioni di fatti di rilevo intervenuti tra la chiusura dell’esercizio e la data di redazione della presente relazione.” Ma come, - appuntano Andrea Amaini, Maria Letizia Monica e Marco Mari – siamo in piena emergenza da Covid 19 e scrivete che non è successo niente? L’emergenza “determinerà effetti sulla capacità di incasso delle entrate dell’Ente Locale, tale considerazione avrebbe dovuto essere debitamente evidenziata nel paragrafo in oggetto e considerata nella determinazione del Fondo Crediti Dubbia Esigibilità”. In realtà a Palazzo Garampi lo sanno, visto che il sindaco Andrea Gnassi va ripetendo che l’ente rischia di trovarsi con 40 milioni in meno e invoca contributi straordinari dallo Stato. Resta il fatto che non lo hanno scritto nella relazione.
Non è comunque questa l’osservazione più importante. Scorrendo le cinquanta pagine del parere, si arriva alla questione dei debiti fuori bilancio: ammontano a 236.574,24 euro, di cui già riconosciuti e finanziati per 165.754,88 e non ancora riconosciuti per 70.819,36 euro. Il collegio innanzitutto rileva che non vi è alcun riferimento alla pratica di riconoscimento di un debito in istruttoria, relativa ad una richiesta della partecipata P.M.R. per 88.611,50 euro. Poi chiede “se l’Ente si sia attivato in ordine all’individuazione di eventuali responsabilità personali sulla formazione di debiti stessi ed in caso di risposta affermativa quale sia stato l’esito dell’istruttoria e gli eventuali provvedimenti adottati nel 4 trim 2018 e nell’anno 2019”. Il messaggio è chiaro: chi provoca debiti fuori bilancio deve essere sanzionato.
Un altro punto è la tempestività dei pagamenti. Il Comune sostiene che l’indicatore è migliorato passando da -2,6 a -2,1. Commento: “Il collegio è impossibilitato a riscontrare la correttezza di tale dato”.
Subito dopo arriva la rilevante questione dei residui passivi e attivi. Il 2019 era cominciato con 128 milioni di residui da incassare. Nel corso dell’anno sono stati riscossi 35 milioni, pari al 27 percento, e il collegio sottolinea “una bassa propensione all’incasso”.
Emergono 10 milioni di residui insussistenti (perché caduti in prescrizione o per erroneo accertamento del credito): di questi “8 milioni di euro riferiti alle entrate correnti, valore che può far perdere di significatività i dati di bilancio degli esercizi precedenti”. I revisori passano ad affrontare la questione delle multe agli automobilisti: “Con specifico riferimento alle sanzioni del codice della strada, se le stesse fossero state considerate inesigibili/non accertabili nelle rispettive annualità, avrebbero ridotto la parte disponibile del risultato d’amministrazione portandola anche ad un saldo negativo consistente”. In poche righe, uno dopo l’altro, i revisori adombrano dubbi rilevanti sull’adeguatezza dei conti. Poi fanno capire di non essere riusciti a lavorare come avrebbero voluto: “Il collegio evidenzia altresì che a seguito dei tempi stretti a disposizione, nonché delle difficoltà di spostamento, non ha potuto effettuare gli opportuni approfondimenti sugli impegni e sugli accertamenti di competenza”.
Il collegio dà atto che “i crediti riconosciuti formalmente come assolutamente inesigibili o insussistenti per l’avvenuta legale estinzione (prescrizione) o per indebito o erroneo accertamento del credito sono stati definitivamente eliminati dalle scritture e dai documenti di bilancio”. Aggiunge però che “l’organo di revisione ha verificato che il riconoscimento formale dell’assoluta inesigibilità o insussistenza non è stato adeguatamente motivato”.
Un altro passaggio sono i rapporti di credito/debito con le società partecipate. I revisori fanno riferimento “alla mancata riconciliazione di crediti significativi quali €. 471.100,59 nei confronti di Destinazione Turistica, ed €. 17.023,00 nei confronti di I.E.G. Inoltre chiedono che “venga fornita giustificazione rispetto alla conciliazione con la società Anthea s.r.l. che risulta riconciliata per gli importi imponibili e non è chiaro come sia finanziata la quota relativa all’I.v.a. per €. 614.935,23, potrebbe trattarsi di i.v.a. da attività commerciale ma di ciò non vi è traccia”.
L’ultima parte è dedicata ai rapporti con l’amministrazione. I revisori ricordano che fin dal settembre 2018 avevano chiesto indirizzi di posta certificata e strumenti hardware e software per poter lavorare. Lamentano che “solo ad Aprile 2020 l’Ente ha messo a disposizione del Collegio una casella PEC, una casella di posta ordinaria, l’accesso ad una piattaforma per effettuare videoconferenze nonché la promessa di fornire un computer presso l’Ente. E’ appena il caso di evidenziare che l’attuale strumento presso la sede dell’Ente è di proprietà del Collegio”.
Per sottolineare le difficoltà di rapporto con l’amministrazione, i revisori pubblicano parti del carteggio intercorso a proposito della questione Spina Verde di Miramare (una transazione con privati che si è trascinata per 40 anni) e della mancata informazione sulla convocazione del consiglio comunale. Nel primo caso affermano di essere ancora in attesa di elementi richiesti agli uffici.
Il Collegio aveva chiesto anche informazioni sulla partita delle spese di rappresentanza. “In quanto non avvezzo agli atti di fede – scrive con ironia - ha avviato una istruttoria che ha comportato diversi scambi epistolari e alla data odierna siamo ancora in attesa del prospetto definitivo per la sottoscrizione”.
“Da ultimo ma sicuramente non per importanza” i revisori lamentano il mancato adeguamento dei compensi richiesto fin dal gennaio 2019. La risposta ultima dell’amministrazione è che “non sussistendo motivi ostativi all’accoglimento della richiesta proveniente dai Revisori dei conti sul piano della legittimità, la stessa andrà valutata dal Consiglio comunale”. Al che i revisori replicano freddamente che “della scelta che l’Ente autonomamente andrà a fare, il Collegio informerà la Corte dei Conti nonché gli Enti preposti”.
Già si registra la prima reazione dell'opposizione: il consigliere comunale della Lega, Matteo Zoccarato, chiama in causa direttamente il Sindaco Gnassi affinché: “venga a riferire in Consiglio con urgenza, già nella seduta di martedì prossimo. La città merita chiarimenti immediati su questa situazione anche perché la relazione dei revisori traccia un quadro ancor più allarmante riferendosi a periodi contabili ben antecedenti rispetto all'emergenza attuale.Spiace peraltro evidenziare che la mole di rimostranze avanzate dalla Lega in tutti questi anni non solo fosse fondata, ma altresì avvalorata dall’assoluta insufficienza, in termini di coinvolgimento e collaborazione, degli stessi revisori nelle attività amministrativo/consiliari.”