(Rimini) "Chiedo ancora una volta che non si compia una palese, clamorosa ingiustizia nei confronti della Rimini Calcio, della città di Rimini e, più in generale, del concetto stesso di coerenza delle regole sportive”. Lo chiede il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che spiega: "Il Consiglio Federale FIGC del prossimo 8 giugno, durante il quale verranno sancite promozioni e retrocessioni dei campionati dilettantistici, ha in mano una questione che non può approcciare con la logica notarile degli accordicchi scaturiti dalla centrifuga dei 'padroni del pallone'. C'è in gioco la linearità e l'uguaglianza dello sport stesso, visto che la aberrante proposta che andrà al voto da una parte potrebbe sancire 3 promozioni senza merito matematico conquistato sul campo e, contestualmente, altrettante retrocessioni senza demerito matematico scaturito dal campo. Non si può neanche definirlo strabismo che fa a pugni con la logica e le regole. Si tratta di una vera e propria distorsione delle regole, dovuta a equilibri e accordi interni che determinano promozioni e retrocessioni”.
Gnassi non contesta "lo scenario inedito davanti a cui si trovano oggi davanti le Istituzioni calcistiche. Ma proprio per la condizione di eccezionalità post Covid in cui è calato oggi l'intero mondo dello sport, dovrebbe essere almeno uniforme e incontestabile il principio di applicazione di provvedimenti straordinari, che comunque devono avere effetti omogenei per tutti. Una cristallizzazione, quella proposta, che porterebbe a due effetti contrari: bonus per alcuni, mazzata per altri. Pensiamo solo al Rimini che non potrebbe giocarsi le sue chances nonostante il calendario gli ponga ancora davanti il match con il Fano, per di più in casa, diretto concorrente per la salvezza. Qual è la ratio di una cristallizzazione della graduatoria così impari, ingiusta, incongrua e fortemente contestata da società, città e appassionati?”.
Il sindaco, quindi, fa "ancora affidamento sul buon senso e sul fatto che decisioni straordinarie debbano produrre uguaglianza negli effetti. Tanto più (e questo dovrebbe essere un criterio fondamentale per istituzioni sportive e Ministro) che a Rimini c'è una società che non si lascia un euro di debito dietro le spalle. Una società e una squadra che meritano il giudizio del campo, concludendo in campo il campionato. Ribadisco il mio appello alle Autorità politiche e sportive che governano il mondo del calcio e dello sport. Fate quello che è giusto, che non coincide con i giochi di potere".