La città di Gnassi: reazioni a caldo. Turismo e aeroporto, Pari bacchetta Vitali e, soprattutto, il sindaco. Fondazione Carim per i giovani imprenditori
Il sindaco ha finalmente presentato il masterplan di Rimini
“Lungomare senz’auto, piste ciclabili che dalla sabbia si spingono fino ai borghi. Verde. Molto verde. Pochi mattoni. Sempre meno. La palestra all’aperto più grande d’Europa. Il “sogno” del Piano strategico diventa il “segno” del Masterplan. Il sindaco Andrea Gnassi si arma di lucidi, schede, piantine, matita laser e spiega (racconta, illustra) la sua idea di città. Ieri è iniziato un percorso che coinvolge privati, categorie, politica. Entro dicembre si approva l’atto di indirizzo. Slogan da tramandare ai posteri: non voglio fare il vigile ai camion di mattoni”, CorriereRomagna (p.8).
Le reazioni. “Il primo cittadino si azzarda nell’impervio sentiero di far stare dentro tutto: il Piano strategico a cui si richiama di continuo, il Piano di salvaguardia della balneazione (Psb), il Piano urbano della mobilità (Pum), gli strumenti urbanistici provinciale e regionale ma soprattutto Piano strutturale comunale (Psc) e Regolamento urbanistico edilizio (Rue), adottati in extremis dall’amministrazione di Alberto Ravaioli ma ancora in stand-by. Il motivo è chiaro: Gnassi vuole rivederli, ufficialmente dice che «il Masterplan rifocalizza il Psc ai tempi attuali di cambio d’epoca» e questo perché «il Psc muoveva i primi passi nel 2007 quando la crisi del 2008 dei sub-prime non era ancora scoppiata». Dunque va rivisto, e poco importa se per redigerlo il Comune avesse speso 771mila euro di consulenza all’Ati costituita dal professor Giuseppe Campos Venuti e dalla Tecnicoop di Bologna. Il Psc prevede nuovi insediamenti urbani per 525mila metri quadrati, con 5mila nuovi appartamenti, nuovi insediamenti manifatturieri per 75mila mq e 95mila per commerciali, servizi e terziario. Per Gnassi è troppo. Pertanto, non è dato sapere che fine faranno le oltre 1700 osservazioni arrivate che nel complesso chiedono un milione di mq di residenziale in più”, LaVocediRomagna (p.11).
“Tra le suggestioni del masterplan, grande spazio ha quella del parco Marecchia, uno dei 12 piani d’intervento previsti. Sul parco, «per assurdo — rivela Gnassi — mentre il nostro ufficio pianificazione progettava la nuova strada per sostituire il ponte di Tiberio, quello dell’edilizia autorizzava nuove case». Si riparte da zero: il Comune vuole realizzare con i proprietari dell’area ex Hera nel parco una nuova sede comunale, un palazzo di vetro destinato a uffici e altre attività. Ci saranno anche case, «meno di quelle previste». «Preferiamo pagare un mutuo di 500mila euro l’anno — dice Gnassi — piuttosto che un milione per l’affitto degli uffici di via Rosaspina». Peccato che il Comune abbia appena prorogato il contratto per quegli uffici fino al 2018, a un canone di 207mila euro annui. Fino al 2018 della nuova casa comune difficilmente vedremo un solo mattone. E forse anche del resto”, ilRestodelCarlino (p.4).
“Rimini ha perso anni preziosi, in cui si è parlato molto, speso altrettanto (in progetti e convegni) e fatto molto poco. Anni in cui si è investito molto denaro pubblico in grandi opere (fiera, palas, aeroporto) e invece ci si è persi in chiacchiere sulla riqualificazione urbana. Anni invece in cui intere città (più grandi) hanno saputo cambiare volto e piccole città vicine hanno saputo riqualificare intere aree come il lungomare con progetti sostenibili, coinvolgendo i privati, a cemento zero, rivoluzionando la viabilità con parcheggi sotterranei, mentre Rimini discuteva di grattacieli e si beava di grandeur. E intanto perdeva appeal, vedeva sfumare capitali privati pronti a investire e s’infilava in quel tunnel di decadenza strisciante in cui oggi si trovano intere zone, travolte dal traffico e somiglianti più a una casbah che a un salotto degno di una capitale del turismo. Perciò Rimini deve fare in fretta. Cambiar volto in poco tempo è illusorio. Ma i segnali concreti devono essere forti e immediati. Sapere che oggi si riparte da zero con questo Masterplan dà la fiducia di un nuovo inizio. E fa però imbestialire chi ama questa città e l’ha vista avvilupparsi per anni in contraddizioni. Gnassi non ha colpe dirette. Ma la maggioranza che lo sostiene e governa da decenni questa città deve marciare compatta e veloce se vuol farsi perdonare quegli anni e recuperare il tempo perduto”, Claudio Casali, NuovoQuotidiano (p.1).
Il sindaco ha detto, sul lungomare, si voler riqualificare fino alla prima fascia di alberghi. Il dibattito è acceso. “Gli attuali 977 alberghi in città sono ancora troppi e scenderanno sotto i 900, dopo che ne sono stati chiusi oltre 300 in dodici anni? Magari, perché a sentire Antonio Mantuano potrebbe andare peggio. «Qualcuno a Rimini pensa che ci sia un patrimonio alberghiero di alto profilo, in realtà si tratta di alcuni alberghi adeguati mentre oltre il 90% non è più adeguato. La nostra offerta alberghiera è per la maggior parte obsoleta». Parole che pesano quelle del titolare degli hotel Marylise e Laika di Rivabella, già candidato alle recenti elezioni dell’associazione albergatori contro l’asse Patrizia Rinaldis (poi riconfermata presidente) e Maurizio Ermeti”, LaVoce (p.13).
Intanto, a Riccione c’è già chi pensa a un atollo a 3 miglia dalla costa, dalla smart city alla smart Island, Pier Luigi Martelli, ilCarlino (pp.2-3), e chi sta iniziando a cercare i soldi.
Nuove idee, e un po’ di soldini, per nuovi imprenditori
L’iniziativa è della Fondazione Carim. “Il contributo concesso all’organizzazione dell’evento, finanziamenti per un importo di 38mila euro a favore dei primi tre classificati all’undicesiimo Business Plan Competition e condizioni di credito particolarmente vantaggiose per gli altri 27 finalisti. Banca Carim ha deciso di pareggiare l’entità del premio in denaro destinato dall’organizzazione (20.000 euro al primo, 12.000 al secondo e 6.000 al terzo) con un equivalente apertura di credito pluriennale che di fatto raddoppia il premio”, LaVoce (p.3).
Piano spiaggia, a Riccione i bagnini fanno ricorso al Tar
“I bagnini sono ai ferri corti con l’amministrazione. Ed hanno presentato ricorso al Tar sul Piano spiaggia. Nel mirino alcuni punti della terza variante approvata nell’agosto scorso. «Avevamo avanzato delle richieste che non sono state soddisfatte, siamo stati lesi», spiega Enzo Manzi, presidente della cooperativa bagnini. In particolare, «volevamo avere la possibilità di installare nei bagni dei distributori automatici di bevande: il mattino presto, già alle 6 - prosegue - quando i turisti passeggiano chiedono un servizio perchè i bar sono ancora tutti chiusi (alcuni aprono alle 10), e noi non possiamo offrirlo»”, Corriere (p.12).
Turismo, Mario Pari bacchetta Vitali e Gnassi, ma soprattutto Gnassi, LaVoce (p.13).