(Rimini) A due anni esatti, dal 6 luglio 2018, quando un consiglio dei ministri la designò alla guida della prefettura di Rimini, si è svolto un nuovo consiglio dei ministri. E questa volta da Rimini il prefetto Alessandra Camporota è stata portata via. Tornerà nella sua Roma, dove dirigerà gli affari dei culti e amministrerà il Fondo edifici di culto presso il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione. “Se non me lo avessero chiesto, non sarei mai andata via da Rimini. Mi piacete molto”, ha detto il prefetto Camporota, salutando la stampa locale. “Avrò un compito che mi piace molto - spiega - dovrò curare i rapporti con le diverse fedi. Un tema particolarmente delicato e importante di questi tempi”. Il passaggio del testimone è fissato per il 27 luglio, quando al posto di Camporota siederà ufficialmente Giuseppe Forlenza, vicequestore vicario a Salerno. I due non sono solo colleghi, ma anche amici, e nei prossimi giorni si incontreranno a Roma. “Ho fatto preparare un dossier che sintetizza le questioni più stringenti, da consegnare a Beppe perché arrivando qui sia già in grado di entrare nelle questioni. Ha esperienza del territorio e ha affrontato questioni già molto difficili, penso che potrà fare un buon lavoro”.
Il momento più difficile di questi due anni? “All’inizio avevo pensato fossero stati i primi mesi, con le pressioni e le strumentalizzazioni attorno alla questione del trasferimento della questura. Nell’ultimo periodo ho capito che così non è stato”. L’emergenza sanitaria, con numeri drammatici soprattutto nei comuni di Rimini sud, ha fatto cambiare idea al prefetto Camporota. “E’ stato un periodo duro, ma ricordo il clima di collaborazione e vicinanza vissuto con tutti i sindaci, le istituzioni e le realtà del territorio. Ci siamo sentiti ogni giorno. Il momento più difficile della mia carriera da prefetto è stato quello in cui abbiamo, all’unanimità, deciso di chiedere misure più restrittive per Rimini”. Era il 18 marzo scorso.
Centrale nel lavoro del prefetto Camporota a Rimini è stato il monitoraggio costante del tessuto economico con l’obiettivo lo scopo di contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata. “Abbiamo emesso undici interdizioni in due anni”, sottolinea i prefetto. Si tratta per lo più di aziende legate al turismo e al commercio che “non potranno più lavorare con lo Stato”. Il prefetto, “orgogliosa” dello strumento “efficace”, ha anche organizzato un convegno in collaborazione con il campus riminese dell’università. “Il territorio di Rimini da questo punto di vista è fragile”, ha ribadito Camporota.