(Rimini) “Il tradimento si è completato e la maschera è stata gettata definitivamente”. Il segretario del Pd provinciale Filippo Sacchetti non usa perifrasi nell’andare all’attacco del sindaco di San Leo Leonardo Bindi ed esprime “tutto il sostegno del Partito Democratico a Francesca Mascella, che si è vista ritirare questa mattina le deleghe da assessore dell’amministrazione eletta grazie anche e soprattutto al nostro partito, al buon governo di centro sinistra degli ultimi anni e alla nostra storia amministrativa”.
Va dritto al bersaglio il segretario Sacchetti, ribadendo il concetto di un tradimento figlio di una strategia mirata. “Dopo un mandato da vice di Mauro Guerra, Bindi si è presentato da candidato sindaco manifestando unità d’intenti e continuità d’azione con le precedenti legislature in cui il Pd è sempre stato motore e propulsore e ha sposato un programma. Salvo poi fingere di dimenticarsene una volta scelto quale primo cittadino, iniziando a disattenderne diversi aspetti, palesando sin dalle elezioni regionali una sua strategia non in linea con quanto condiviso alle amministrative e coinvolgendo poco la squadra e in particolar modo proprio Francesca Mascella. E’ chiaro come Bindi ci abbia usato, abbia sfruttato opportunisticamente la storia amministrativa di cui ha fatto parte per 5 anni e si sia poi comportato da voltagabbana. A quel punto era inevitabile che l’assessora, specie di fronte a decisioni antitetiche a quelle messe nero su bianco nel patto di fiducia con i cittadini, esprimesse in consiglio comunale tutto il proprio dissenso. Opponendosi ad alcune proposte e delibere tutt’altro che in linea con il programma, ma continuando a dimostrare come l’intero gruppo Pd coesione e responsabilità amministrativa. Una situazione che Bindi ha sfruttato per completare il suo trasformismo e arrivare alla revoca della fiducia da perfetto tradito”.
Nel merito e nel metodo. “Nonostante giovedì si fosse riunita la giunta, Mascella è stata informata della scelta del primo cittadino dalla consegna dell’atto di revoca delle deleghe da parte del messo notificatore. L’ennesima dimostrazione di come Bindi si faccia sfregio dei rapporti istituzionali e del rispetto per le persone e i ruoli, l’ennesimo ‘scimmiottamento’ di un modus operandi alla Salvini di cui traspare traccia anche nella quotidiana ostentazione del selfie social”.