(Rimini) Si parla di previsioni occupazionali in Romagna: nel periodo settembre-novembre 2020 le imprese hanno programmato complessivamente 10.360 nuovi ingressi nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, di cui 3.810 nel solo mese di settembre: -30% rispetto a settembre 2019.La flessione rispetto al medesimo periodo 2019 è invece del 32%.
Gli ingressi previsti nel solo mese di settembre su base nazionale sono 311.000, con una riduzione delle entrate programmate di circa il 29% rispetto allo stesso periodo del 2019. Leggermente peggio in Emilia-Romagna dove sono previste 26.100 entrate e registrano un -32% sulle analoghe previsioni di settembre 2019. Le previsioni di assunzione previste sono 3.810, con un tendenziale calo di -30% rispetto alle previsioni di settembre 2019, dato leggermente migliore di quello regionale.
I risultati dell'indagine per la provincia di Rimini. Le entrate previste in provincia di Rimini, per il trimestre settembre-novembre 2020 sono 4.870, contro le 7.200 previste nello stesso periodo del 2019. Per il solo mese di settembre, le assunzioni previste sono 1.730, con una diminuzione di 690 unità sulle analoghe previsioni 2019. In 35 casi su 100, le imprese continuano a incontrare difficoltà di reperimento delle figure richieste, nonostante il minore fabbisogno in termini numerici
I giovani under 30 sono d'interesse per le imprese per una quota del 27%; i laureati nel 19% dei casi. I settori con il maggior numero di entrate in termini assoluti sono: Servizi alle persone (460 unità), Alloggio, ristorazione, turismo (340) e Commercio (210). Le tre figure professionali più richieste (Cameriere di sala, Addetto ai servizi di pulizia e Aiuto cuoco) concentreranno il 35% delle entrate complessive previste.
Le imprese in attività dopo il lockdown sono il 96%, prevalgono le aziende con attività a regime ridotto (55,5%), seguite da quelle con attività a regimi simili a quelli pre-emergenza (40,5% peggio dell'Emilia-Romagna 43,7% e leggermente meglio del 39,8% in Italia). Le imprese restanti (4%) hanno l'attività sospesa e/o valutano la chiusura.
Suddividendo le imprese in 6 macro settori, i settori con tempi di recupero entro l'anno (con attività a regimi simili a quelli pre-emergenza) sono: Costruzioni 49,7%, Servizi alle imprese 41,2%, Servizi alle persone 37,5%, Commercio 35,3%, Turismo 33,3% e Industrie/public utilities 30,6%. Da notare la maggior resilienza delle piccole imprese che registrano il 39% dei recuperi, mentre le grandi e le medie evidenziano 38,2 e 27,8 punti; le micro imprese si attestano ad un buon 35,9%.