“Adolphe Noël des Vergers: il ragno tessitore” è il titolo della conferenza che Rosita Copioli terrà domenica 18 alle ore 16 al Teatro degli Atti nell’ambito del Festival del mondo antico.
Un pacato, inesorabile sistema della conoscenza anima il marchese d’origine normanna che fu tra i protagonisti della cultura ottocentesca, dedita alle scienze dell’antichità, e al collezionismo. Adolphe Noël des Vergers (Parigi 1804 - Nizza 1867) fu arabista, antichista, archeologo, studioso eclettico. Entrato nella Societé de Géographie nel 1830, ne fu segretario dal 1837, e partecipò a molte missioni del Governo francese, organizzatissime eredi delle campagne napoleoniche: la raccolta dei documenti arabi e normanni in Meridione e Sicilia (1833-1847), quella delle epigrafi latine (dal 1843) che confluì nel Corpus Inscriptionum Latinarum (in Italia, in paesi europei ed extra-europei come l’Algeria), la pubblicazione delle opere (1860-1867) di Bartolomeo Borghesi (1781-1860), sostenuta da Napoleone III. Con il suocero Ambroise Firmin Didot (1790-1876), fra i più importanti editori dell’epoca, erudito e collezionista, des Vergers collaborò in ogni progetto, anche in società di scavo, come quella, famosissima, della tomba François a Vulci. Insieme alla moglie Emma, nel 1842 a Rimini acquistò dai Belmonti la villa di San Lorenzo in Correggiano, che divenne la base per le sue imprese italiane.
La “malattia dell’infinito” di questo Ulisse moderno, dal tratto e dal gusto squisito, è già la rete inarrestabile e ardente delle nostre passioni.
Il Fondo des Vergers, composto di oggetti di scavo, delle carte di studio e della biblioteca collocati nella villa di Rimini, fu donato nel 1934 alla Biblioteca Gambalunga per volontà della figlia Hélène de Toulongeon. È di importanza assoluta per studiare l’intero mondo di interessi e di scoperte ottocentesche nel secolo delle grandi avventure della scienza, dell’archeologia, del collezionismo. Rappresenta il carattere universale del mondo di Adolphe Noël des Vergers.
Nell’immagine, l’anfora attica a figure nere con Ercole e Tritone e Nereidi in fuga, dagli scavi François di Vulci, 1856, della collezione des Vergers,