(Rimini) "Ho bisogno di credere"– ha affermato Federico Fellini all'amico e giornalista Sergio Zavoli. "È un bisogno né vivo né maturo, per la verità, un bisogno infantile di sentirmi protetto, di essere giudicato benevolmente, capito e possibilmente perdonato". Dal 3 novembre uno dei maestri mondiali del cinema, tra i pochissimi ad essere diventato anche un aggettivo - felliniano - si presenta al pubblico de Le Befane Shopping Centre di Rimini con un ritratto inedito, intimo, particolare: "Ho bisogno di credere. Fellini e il sacro", la mostra-progetto promossa dalla Università Pontificia Salesiana - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale, dall'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Alberto Marvelli" delle diocesi di Rimini e di San Marino-Montefeltro e dal centro culturale Paolo VI di Rimini, in occasione del centenario della nascita del regista riminese e di cui il Centro commerciale riminese è sostenitrice, che resterà aperta fino al 15 novembre 2020, seconda tappa di un tour espositivo che ha già toccato il Museo della Città di Rimini e prossimamente approderà presso la Pontificia Università Salesiana di Roma.
"È con grande piacere che abbiamo deciso di sostenere la mostra evento dedicata a Fellini e il sacro - racconta Massimo Bobbo, Direttore de Le Befane Shopping Centre - un'esposizione che racconta un aspetto poco noto della vita del regista. Questo nostro intervento, dedicato nello specifico al sostegno di una iniziativa culturale di grande rilievo, non è un unicum per il Centro commerciale, ma si inserisce all'interno di un'attenzione che, in questi quindici anni, Le Befane ha sempre avuto nei confronti del territorio di Rimini. Un dialogo con i cittadini, con gli Enti, con i corpi intermedi, che è stato mantenuto sempre vivo, aperto, propositivo e che si è sostanziato in iniziative di sostegno ad attività culturali e sportive, come il 3-2-1 sport; ma anche, da un lato, aprendo le proprie porte a realtà e associazioni senza fine di lucro del territorio e, dall'altro, promuovendo direttamente iniziative a scopo solidale, come Vi vogliamo bene".
La mostra in diciotto grandi e suggestivi pannelli rivisita l'immaginario religioso nei film di Fellini con le sue contraddizioni e le sue provocazioni: il sassolino del matto (La strada); il pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore (Le notti di Cabiria); la statua di Cristo in volo su Roma (La dolce vita); il collegio religioso e l'incontro con il cardinale (8 e 1/2); la recita del martirio della Santa (Giulietta degli spiriti); il Rex (Amarcord); la sfilata di abiti ecclesiastici (Roma) e ancora sequenze tratte da Lo sceicco bianco, Il Bidone, I Clown, Casanova, La città delle Donne, La voce della Luna, forse la pellicola che più di altre di Fellini contiene in maniera esplicita l'inestirpabilità e nella profondità delle domande dell'uomo sul senso della realtà. Il protagonista Ivo Salvini è infatti un uomo stupito dalla realtà e che si pone sempre domande di senso e che per questo prova un'irresistibile attrazione per la luna. La luna è anche il logo simbolo della mostra (curata graficamente dallo studio Kaleidon di Rimini), con il volto di Gelsomina, l'indimenticata Giulietta Masina de La strada.
Completano l'esposizione alcune fascinose installazioni (le sedie da regista 'griffate' Federico, la sciarpa del premio Oscar, il caratteristico cappello, ecc), utili per ripercorrere una parte sostanziosa della filmografia del cinque volte Premio Oscar attraverso un originale grandangolo.