(Rimini) Italia Nostra si mette a fianco delle istituzioni locali contro la realizzazione del progetto di parco eolico offshore davanti alla costa di Rimini. “Noi ci saremo. Italia Nostra condivide il netto no espresso a nome del Comune di Rimini dal suo sindaco e ribadisce che sarà a fianco della comunità riminese, delle sue istituzioni e dei suoi rappresentanti contro il tentativo di realizzazione di un impianto industriale offshore davanti alla costa della Riviera Adriatica, da Bellaria a Cattolica, per le ricadute negative che avrebbe su tutto il territorio oggi e sul suo futuro”, ribadiscono dall’associazione.
“E’ inaccettabile che due società, una di Brescia, una di Foggia, si costituiscano in una società di scopo con un capitale irrisorio per un investimento il cui obiettivo è solo il profitto. Non vi è niente di etico tra le ragioni che le spingono a realizzare questo ecomostro di 50 - 60 aerogeneratori alti 235 metri a soli 10 km dalla riva, ma solo la volontà di massimizzare il profitto. Questo è chiaro, e lo è ancor di più alla luce delle ridicole modifiche fatte al progetto iniziale - da 59 a 51 gli aerogeneratori, di meno di 600 metri (da 5,4 miglia marine a 6) la maggior distanza dalla costa - che in sostanza non lo modificano di una virgola”.
Per Italia nostra, inoltre, “è inaccettabile che vengano a dire - a mettere i puntini sulle “i” è stato scritto - come la comunità riminese non abbia nessun ruolo nel decidere il proprio destino ‘nel mare territoriale e in particolare per ciò che concerne la produzione di energia, in quanto tali attività ricadono nelle esclusive competenze dello Stato’. E’ inaccettabile che, come Energy Wind 2020 scrive, si consideri ‘il Paesaggio - il nostro paesaggio, quello che ci ha visto crescere, biglietto da visita della nostra comunità nel mondo - solo come uno dei potenziali effetti del progetto da valutare’”. Una “superficialità arrogante” e “superficiale oltreché sconcertante che ci fa essere più che mai convinti di affrontare questo pericolo in maniera ancor più determinata contro un pericolo che, come ha ribadito il Presidente della Provincia Riziero Santi in occasione della Commissione Politiche economiche della Regione Emilia Romagna, chiedendosi: cosa ci guadagniamo da questo impianto? Nulla”.