(Rimini) Per il terzo anno di fila la città di Rimini si è aggiudicata, nello studio di Italia Oggi e Università La Sapienza di Roma, l'ultimo posto nella classifica delle città italiane per quanto riguarda il capitolo Reati e Sicurezza. Se ne parlerà in consiglio comunale, su spunto del consigliere di Obiettivo civico Filippo Zilli. “Uno studio che tiene conto di diversi parametri e che ci classifica, tra l’altro: 107° su 107 per reati contro il patrimonio, scippi e borseggi e per la categoria altri furti; 106° per lesioni dolose e percosse; 104° per estorsioni e per violenze sessuali; 103° per reati contro la persona; 97° per reati connessi al traffico di stupefacenti; 18° su 107 per omicidi volontari; 76° su 108 per omicidi colposi e preterintenzionali; 63° su 107 per tentati omicidi; 67° su 107 per sequestri di persona; 66° su 108 per reati connessi allo sfruttamento della prostituzione; 66° su 107 per furti d’auto; 83° su 107 per furti in appartamento; 102° su 107 per rapine in banche e uffici postali; 105° su 107 per la categoria altre rapine; 89° su 107 per truffe e frodi informatiche”, ricorda Zilli.
“Personalmente, non mi sento di riconoscere in toto questo studio che descrive Rimini come il nuovo far west, ma ovviamente di questi dati noi dobbiamo tenere conto, almeno per aver l'ambizione e l'aspettativa di migliorarci”, sottlinea Zilli che tuttavia vuole “sollevare, nuovamente, un grave problema che si manifesta nelle vie del nostro centro storico e di cui l’amministrazione è pienamente a conoscenza: parlo del fenomeno baby gang che tutti i giorni, e ripeto tutti i giorni, crea disordini, disturbi e paura nella zona Arco d'Augusto e via via giù per l'omonimo corso”.
Queste bande, “per lo più di minorenni - ma non solo - ogni giorno molestano, provocano e aggrediscono passanti, residenti ed attività commerciali. La situazione è totalmente fuori controllo. Basti pensare: alle famiglie che hanno paura di mandare i propri figli a passeggio per la nostra città, quelle che una volta chiamavano "le vasche", perchè temono che gli stessi incappino in questa bande di delinquenti; agli esercenti, che cercano di allontanarli dalle proprie vetrine perchè inibiscono la clientela, e che spesso diventano vittime di ripercussioni ed atti intimidatori, che sfociano a volte in vere e proprie aggressioni fisiche (e se ha bisogno le porto le persone qui in consiglio a raccontarglielo)”.
Una situazione “non accettabile: l'ultimo caso alla cronaca è quello di pochi giorni fa dove 3 ragazzi in preda all'alcol hanno creato disturbi in zona mercato coperto, minacciando i passanti con insulti e bottiglie rotte in mano, e scagliandosi infine addirittura contro gli agenti di polizia che erano intervenuti per identificarli. Questa volta però hanno avuto la peggio e sono stati tutti arrestati. Purtroppo non è sempre cosi. I disordini sono continui e giornalieri, e troppo spesso rimangono impuniti”.
una situazione che Zilli conosce in quanto “residente in zona Arco d’Augusto”, ragion per cui “assiste a scene di tutti i tipi: decine e decine di ragazzi che tutto il giorno imprecano, urlano, bevono, spacciano, si picchiano tra di loro, insultano i passanti, e tutto questo avviene nell'indifferenza collettiva della gente - che per giustificata paura non si permette nemmeno di guardarli in faccia e gli passa il più velocemente possibile affianco, sperando di non essere oggetto delle loro attenzioni. Cosi non si può andare avanti. E non dobbiamo stupirci, o lamentarci, delle classifiche (a volte ingiustificate) che ci pongono ultimi classificati per quanto attiene ai capitoli Reati e Sicurezza delle città italiane”.
Zilli chiede quindi di “mettere in atto stazionamenti di pattuglie per l'intero arco pomeridiano di fronte all'arco d'augusto. Sono conscio delle lacune giuridiche legate ai fenomeni delle baby gang e di quello che effettivamente possono fare le ff.oo. , ma la loro presenza avrà la funzione di: inibire queste bande dal compiere azioni illegali e di disturbo, aiutare i cittadini a sentirsi più sicuri e tutelati, consci che qualcuno in caso di difficoltà non girerà lo sguardo dall'altra parte; e garantire l'esercizio libero e sicuro alle nostre attività, senza timore di ripercussioni”.