(Rimini) Il rapporto dell’Osservatorio Nazionale Screening ha messo in luce uno degli effetti collaterali maggiormente temuti della pandemia di Covid-19 che ci troviamo ad affrontare oramai da quasi un anno: solo nella prima metà del 2020 gli esami in meno sono stati oltre un milione, un decremento dovuto da un lato alla necessità di evitare assembramenti nei luoghi di cura che potessero dare il via ad eventuali focolai, e dall’altro al timore delle persone di recarsi presso gli ospedali. Sebbene in Romagna la situazione sia sicuramente migliore che altrove da questo punto di vista, tali ritardi si traducono in un potenziale aumento delle diagnosi di cancro prossimo alle cinquemila unità: un dato certamente allarmante, cui occorre rispondere nella maniera più decisa per giungere precocemente alla scoperta di una neoplasia. Una diagnosi tempestiva significa infatti terapie meno invasive, qualità di vita del paziente che si sottopone alle cure più alta e probabilità di giungere alla guarigione più alte.
Per questo motivo l’Istituto Oncologico Romagnolo ha deciso di scendere in campo al fianco della Breast Unit dell’Ospedale Infermi di Rimini: un reparto che ogni anno diagnostica circa 400 casi di tumore al seno grazie ad un’attività che comprende qualcosa come 40.000 mammografie, 20.000 ecografie, 1.000 biopsie ecoguidate e 700 agoaspirati. È nato così il “Progetto Tackle – Contrastiamo il cancro a Rimini”, una campagna di crowdfunding che punta all’acquisto di una tecnica di imaging di recente sviluppo, denominata CESM (Contrast-Enhanced Spectral Mammography), che consente di migliorare la sensibilità e l’accuratezza della normale mammografia grazie all’iniezione di un liquido di contrasto somministrato endovena alla paziente, in modo da ottenere una più accurata valutazione tissutale. Questo permette di evidenziare le zone maggiormente sensibili in cui si possono generare nuove patologie tumorali. Una tecnica sicuramente innovativa dal costo di 45.000 euro, al cui acquisto lo IOR prenderà parte con un contributo di 30.000 euro: l’importo restante sarà oggetto di una campagna di crowdfunding che chiunque potrà sostenere sulla piattaforma www.insiemeachicura.it, disposta dall’Istituto Oncologico Romagnolo proprio per dare corpo e voce ai bisogno delle oncologie e delle strutture ospedaliere del territorio.
«Tale metodica si basa sui medesimi principi della risonanza magnetica e possiede anche performance diagnostiche analoghe – spiega il dott. Lorenzo Menghini, Responsabile della Breast Unit – tuttavia presenta notevoli vantaggi per la paziente: è più facile accedere a questo esame, il test ha una durata più breve ed avviene in una posizione maggiormente confortevole, senza avere le controindicazioni legate al campo magnetico. Inoltre, la tecnica CESM dà la possibilità di visualizzare le “microcalcificazioni” legate alla malattia tumorale contestualmente alla vascolarizzazione tissutale evidenziata dal liquido di contrasto, così da identificare un target utile ad una successiva biopsia. La nostra Breast Unit dispone già di uno dei sistemi di mammografia e di tomosintesi digitale più innovativi di cui si possa disporre: l’acquisizione di una tale metodica rappresenterebbe un ulteriore passo avanti verso un percorso diagnostico ancor più rapido ed accurato, e in questo momento di slittamenti causati dalla pandemia rapidità ed accuratezza sono due valori aggiunti che possono davvero fare la differenza per le nostre pazienti. Ringraziamo vivamente l'Istituto Oncologico Romagnolo e tutte le persone che vorranno partecipare attivamente a migliorare il nostro lavoro».
«Questa iniziativa avrà un impatto significativo sulla provincia di Rimini: basti pensare che l’attività della Breast Unit del dott. Menghini si rivolge a circa 140.000 donne al di sopra dei 25 anni – aggiunge il Direttore Generale IOR, Fabrizio Miserocchi – non dobbiamo poi dimenticare che il tumore al seno è in assoluto la patologia neoplastica più riscontrata nel mondo: secondo le attuali statistiche, purtroppo, una donna su otto avrà a che fare nel corso della propria vita con questa terribile malattia. Per quella donna la differenza tra una diagnosi precoce e una tardiva è enorme: a seconda dell’una o dell’altra non cambiano solo le sue prospettive di guarigione ma anche l’impatto che avranno le terapie sulla sua qualità di vita. L’Istituto Oncologico Romagnolo è ben consapevole dell’allarme lanciato dai professionisti su quanto il Covid-19 avrà una ripercussione negativa dal punto di vista della lotta contro il cancro: per questo motivo, nonostante le difficoltà, abbiamo messo in campo diverse iniziative affinché la pandemia non ci costringa a vanificare gli sforzi fatti in tutti questi anni sul fronte oncologico nel nostro territorio. Sono sicuro che la provincia di Rimini sia ben consapevole del problema e confermerà la sensibilità dimostrata in tutte le nostre campagne, permettendoci di dotare alla Breast Unit dell’Ospedale Infermi di questa innovativa tecnica di imaging».