(Rimini) La storia, la letteratura, il teatro, la musica, il disegno, la testimonianza, la radio, la fotografia: tanti e diversi i linguaggi scelti dalla città di Rimini per ricordare dal 22 al 31 gennaio 2021 le persecuzioni antiebraiche e la Shoah. Un fitto calendario di iniziative che si collega alla scelta di Rimini, su proposta del Ministero dell'Interno e in accordo con l'Unione delle Comunità ebraiche, quale luogo di riferimento nazionale per il prossimo Giorno della Memoria, da parte del Comitato di Coordinamento per le celebrazioni delle iniziative in ricordo della shoah costituito presso la Presidenza del Consiglio.
Programma nato con l'intento di organizzare un evento che possa essere percepito come valorizzazione e approfondimento storico anche del territorio e che si è sviluppato in seno agli incontri coordinati in sede locale dalla Prefettura, con la partecipazione del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione del Ministero dell'Interno, del Comune di Rimini nelle diverse diramazioni, dell'Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Italia contemporanea e della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea (CDEC).
Articolazione di eventi che deve misurarsi con le difficoltà del contesto sanitario, prevedendo tutte le iniziative con modalità streaming o virtuale, ma che si presenta ancora più ricco degli anni precedenti, per la varietà delle proposte, per la scelta dei temi affrontati e per gli approcci adattati alle età dei partecipanti, rappresentando un'occasione di conoscenza e di riflessione per tutti su una pagina buia del Novecento.
"Quando dal Ministero dell'Interno mi è stato comunicato che Rimini era stata scelta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri", riferisce il Prefetto Giuseppe Forlenza, "ho immediatamente informato l'Amministrazione Comunale e attivato un nucleo ristretto, cui va la personale gratitudine, che ha trovato nelle sue componenti felici convergenze e unità di intenti. Inutile dire", aggiunge il Prefetto "che grande è stata la gioia per la scelta di Rimini, sebbene in qualche misura leggermente attenuata dall'impossibilità – causa pandemia – da parte della Città di poter esprimere in pieno tutto il potenziale di cui è capace. Credo che in questa circostanza ben si attaglino le parole con cui lo scrittore di origini ebraiche Joseph Joffo conclude il bellissimo libro autobiografico "Un sacchetto di biglie", da cui è stato tratto il film che la Rai trasmetterà stasera: Guardando dormire mio figlio non posso che augurarmi una cosa: che mai provi il tempo della sofferenza e della paura come l'ho conosciuto io durante quegli anni. Ma cos'ho da temere? Cose del genere non si riprodurranno più, mai più. Le sacche sono in solaio e ci resteranno per sempre. Forse.... Ecco, far conoscere e promuovere la memoria, è un dovere morale affinché quel "forse" si trasformi nella certezza del...mai più"
"La scelta di Rimini come Città della Memoria 2021 ci riempie di orgoglio – commenta il sindaco Andrea Gnassi – ed è un apprezzamento per la qualità del lavoro che Rimini ha condotto sull'educazione alla Memoria, che in 57 anni ha coinvolto migliaia di adolescenti e centinaia di insegnanti del nostro Comune. Un impegno iniziato nel 1964, quando, Rimini, prima Amministrazione pubblica in Italia, decise di promuovere i viaggi studio agli ex campi di concentramento nazisti, finanziando un progetto che nel tempo si sarebbe consolidato e ampliato, fino a diventare dagli anni Novanta l'Attività di Educazione alla Memoria. Al tempo stesso abbiamo interpretato questo riconoscimento come responsabilità per fare di questa ricorrenza civile un'opportunità di incontro quanto mai necessario con la storia e tra le persone, seppur in maniera virtuale. La Memoria è il pilastro della democrazia, della responsabilità, della solidarietà tra le persone, un tassello indispensabile per la costruzione del futuro".
"Una società democratica ha bisogno di occasioni pubbliche di riflessione e di dibattito sui grandi temi della condizione umana e sono soprattutto i giovani a risentire della disgregazione della socialità, non perché manchino i momenti di comunicazione tra coetanei, ma perché manca la relazione fisica con l'adulto nel processo di educazione e di formazione. – commenta il vicesindaco Gloria Lisi - Anche nella pandemia che ha interrotto per mese le attività in presenza con gli studenti, l'Attività di Educazione alla Memoria non ha mai perso il contatto coi giovani, registrando il loro disorientamento e il loro bisogno di dialogo. Le iniziative per il Giorno della Memoria sono pensate soprattutto per loro, ai quali vogliamo lanciare un messaggio di fiducia e di resilienza. Perché le storie che stanno dentro alla storia di una tragedia immensa come la Shoah non si esauriscono col bilancio agghiacciante delle vittime, ma ci parlano anche di resistenza morale, di coraggio, di libertà di scelta, e – come ripete sempre la senatrice Liliana Segre – di libertà di non odiare e di perseguire il bene."
"Oltre alla pandemia che limita fortemente le modalità aggregative, la vera sfida è stata quella di integrare le iniziative già previste e preparare in poco tempo un programma in grado di interessare e di coinvolgere generazioni diverse – spiega Laura Fontana, Responsabile dell'Attività di Educazione alla Memoria - Lavorando in sinergia con le istituzioni che hanno promosso Rimini a città capofila per il Giorno della Memoria e con l'Istituto storico per la resistenza, ci siamo indirizzati a costruire il programma per il 27 gennaio in due direzioni parallele: da un lato, lo studio del contesto e della grande storia – le persecuzioni razziali e le deportazioni nell'Italia fascista e sotto l'occupazione nazista, le vittime, i carnefici, i salvati e i salvatori –e dall'altro, l'approfondimento della storia locale, attraverso il racconto delle famiglie ebree perseguitate che negli anni dell'occupazione nazista cercarono rifugio dalle deportazioni nel nostro territorio e di quel piccolo gruppo di persone che eroicamente si prodigarono per proteggerli o per aiutarli a scampare alla morte."