(Rimini) “La luce in fondo al tunnel? Sinceramente dalle dichiarazioni un po’ surreali rilasciate oggi in conferenza stampa dal presidente Stefano Bonaccini non sembra sia così. Bonaccini pronuncia infatti una sequela di ipotesi e di verbi al condizionale (se le dosi ci fossero saremmo in grado di vaccinare 45.000 persone al giorno, se nel giro di alcune settimane si saranno vaccinate mezzo milione di persone allora i rischi diminuiranno) ma non dà certezze, né un piano vaccinale concreto che tocchi davvero tutte le categorie, in modo omogeneo e con scadenze temporali precise”.
Questo il commento del parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, dopo la conferenza stampa del presidente dell’Emilia-Romagna sulla campagna vaccinale.
“Alla faccia delle roboanti dichiarazioni del 17 dicembre scorso, quando Bonaccini annunciò la ‘fase finale della lotta al Coronavirus’ con la Regione ‘già pronta” a dare il via a una campagna vaccinale ‘imponente’. Evidentemente la Regione non era pronta allora, come non lo sembra oggi. Stupisce poi il silenzio di Bonaccini sulle eventuali responsabilità dei ritardi nella consegna dei vaccini da parte dell’ex Governo Conte bis, della UE o di altri soggetti. Eppure, se mancano i vaccini, qualcuno dovrà spiegarne i motivi. Ricordo, infatti, le sparate sull’avvio simbolico del ‘’vaccine day’ il 27 dicembre scorso (‘alle 14 partita la vaccinazione in Emilia-Romagna’) che avrebbe dovuto aprire la marcia trionfale del piano vaccinale nazionale e regionale. Ma anche su questo Bonaccini stende un velo di oblio. In realtà, vediamo solo il solito fumo e la scarsa chiarezza soprattutto sulle date e su chi sarà effettivamente vaccinato prioritariamente (se i vaccini ci saranno). A 40 giorni dal fatidico ‘vaccine day’, in Emilia-Romagna il ciclo vaccinale completo sarebbe stato somministrato solo a poco più di 100.000 persone su quasi 4 milioni e mezzo di abitanti. Non certo un numero eclatante per una Regione che si vanta del proprio modello sanitario come di un’eccellenza assoluta. Invece di fare paragoni astrusi con altri sistemi sanitari regionali, invitiamo Bonaccini a far funzionare quello dell’Emilia-Romagna e a indire conferenze stampa quando siano chiariti tempi, giorni, categorie, numeri concreti, che possano essere misurati in modo inoppugnabile”.