(Rimini) “Siamo imprenditori del turismo e capiamo quanto sia stata pesante per i nostri colleghi delle località sciistiche la decisione del governo di non riaprire gli impianti di risalita e dunque la stagione". E' la Confcommercio di Rimini a manofestare solidarietà nei confronti degli imprenditori del turismo sciistico. "Ancora una volta – dice il presidente Gianni Indino – è arrivata una decisione dal giorno alla notte, una di quelle che, ahinoi, abbiamo dovuto subire con i pubblici esercizi non più di qualche settimana fa, con attese, annunci e provvedimenti di apertura posticipati al lunedì quando le aziende avevano già fatto spese per la domenica. Questo significa altri pesantissimi danni per imprese già in ginocchio. Una situazione inaccettabile, per la quale hanno tutti la nostra solidarietà. Si dia subito il via a ristori efficaci e congrui per queste imprese chiuse da un anno, bistrattate e mortificate".
Da Confcommercio Rimini comprensione per gli operatori della montagna, "capiamo la loro frustrazione e la loro rabbia, non solo per la decisione in sé, ma per come è arrivata. Pubblici esercizi, alberghi, trasporti, impianti di risalita, maestri di sci: in un attimo si è perso davvero tantissimo in termini economici. Un danno nel danno. Con il governo Draghi speriamo davvero in un cambio di marcia, soprattutto per quanto riguarda chiarezza e capacità, ma se questo è il buongiorno, torniamo ad essere seriamente preoccupati anche per i mesi a venire. Tenendo nella massima considerazione gli aspetti sanitari che vengono prima di tutto, serve un cambio di metodo. Ora abbiamo finalmente il ministero del Turismo, che tanto abbiamo voluto, desiderato per il quale siamo battuti: si adoperi subito per evitare che si ripetano ancora situazioni di questo tipo".
"Non si può firmare un provvedimento la sera per la mattina seguente: le imprese hanno bisogno di un preavviso congruo. Lo sottolineiamo anche pensando alle dichiarazioni rilasciate dal professor Ricciardi sulla necessità di un lockdown totale. Sarebbe il de profundis per il sistema impresa, metterebbe il Paese a rischio di tensioni sociali e usando questo metodo tutto sarebbe ampliato: il settore del turismo e tutte le sue imprese meritano rispetto”.