(Rimini) Il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ha presentato oggi in Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità un’interrogazione con cui ha chiesto alla Giunta regionale chiarimenti sull’ordinanza di sfratto della sede della Fondazione Cetacea avvenuta il 20 gennaio scorso da parte del Comune di Riccione, sollecitandola a contribuire a trovare una nuova sede adeguata ai compiti che svolge l’onlus, che nel corso della sua esistenza ha restituito al mare oltre 500 tartarughe marine salvate e curate dai propri esperti e volontari.
Nella risposta, l’assessora Barbara Lori ha chiarito che il 3 febbraio il personale veterinario e tecnico dell’Unità Operativa Sanità Animale e Igiene degli allevamenti di Rimini ha svolto un sopralluogo presso la sede della fondazione. L’esito è stato positivo e si è provveduto ad autorizzare il trasferimento temporaneo delle attività presso un’altra ala dell’ex colonia Bertazzoni ritenuta adeguata sia per la corretta gestione del ricovero delle tartarughe sia per la conformità delle strutture e delle attrezzature in uso. Il 5 febbraio il Comune di Riccione ha quindi formalizzato l’autorizzazione ad accedere alla struttura per gli operatori della Fondazione in modo da garantire la cura degli animali, in attesa che venga effettuato il trasferimento definitivo dalla sede di Riccione all’ex -delfinario di Rimini, che andrà ristrutturato.
“Sono soddisfatta della risposta dell’Assessora Barbara Lori sia per la soluzione-ponte trovata che garantisce il mantenimento delle cure prestate alle tartarughe marine, sia per gli accordi presi per il trasferimento della Fondazione Cetacea all’ex-delfinario di Rimini, dove sono già in corso i lavori per attrezzare i locali – dichiara Silvia Zamboni, Capogruppo di Europa Verde e Vice Presidente dell’Assemblea legislativa –. È fondamentale dare una sede adeguata nel più breve tempo possibile a questa storica e prestigiosa organizzazione senza scopo di lucro, fiore all’occhiello della Regione e del nostro paese, affinché possa continuare a svolgere in maniera adeguata le proprie attività dedicate allo studio e alla tutela dell’ecosistema marino della nostra regione e al recupero e cura di tartarughe marine spiaggiate e/o ferite nell’Alto Adriatico”.