In 50mila a Rimini per il capodanno più lungo del mondo, chiusi centinaia di alberghi. Le primarie del Pd, chi ha vinto e chi ha perso
Il capodanno più lungo del mondo. “E’ ANDATA benino, visti i timori della vigilia. Ma non deve illudere troppo l’ottimismo dispensato poche ore dopo dal sindaco Andrea Gnassi e da diversi operatori. Rimini ha tenuto, ma gli hotel aperti erano ben pochi (circa 400 nella provincia) e per lavorare hanno dovuto tenere i prezzi bassi o bassissimi. Lo stesso hanno dovuto fare ristoranti, locali. In tempi di crisi, era la strada obbligata. Patrizia Rinaldis, presidente degli albergatori di Rimini, vede comunque il bicchiere mezzo pieno: «Grazie alle prenotazioni, arrivate praticamente tutte all’ultimo minuto, diciamo dal 27 dicembre in poi, gli hotel aperti hanno lavorato bene. Alcuni hanno dovuto dire dei ‘no’ perché erano già pieni, altri hotel stagionali che non prevedano di aprire hanno chiesto la deroga di fronte alle richieste pervenute»”, ilRestodelCarlino (pp.4-5).
L’assessore provinciale Fabio Galli. “«Il magnifico pienone di piazza (e del centro storico) del Capodanno a Rimini, la folla a Riccione, a Cattolica e a Bellaria confermano oltre ogni aspettativa il fatto che la Riviera di Rimini resta meta di riferimento degli italiani anche nel periodo più freddo dell’anno». L’assessore provinciale al turismo non nasconde la sua soddisfazione per un 2013 che inizia con il piede giusto”, CorriereRomagna (pp.4-5).
Il sindaco Andrea Gnassi. «“In una Italia sfiduciata ma che ha voglia di riprendersi – prosegue – e in un periodo di bassa stagione, abbiamo saputo proporre un programma unico in Italia, ottenendo un ritorno oltre alle aspettative. In tanti da tutta Italia stupiti e ammaliati si chiedevano se eravamo a Londra o a Berlino. «Qui siamo semplicemente qua». Rimini ha spalancato le finestre di contenuti straordinari all’Italia. Abbiamo saputo mettere in campo un’azione di sistema pubblico- privato: vincente la scelta di quegli operatori che hanno abbinato la propria offerta turistica ai molteplici contenuti offerti dal territorio. Abbiamo capito che è vincente non solo e non tanto un evento one shot one spot ma il creare un clima di una città riconoscibile, percepita come quella che produce contenuti, creatività, eventi di qualità. Il bel tempo ha poi trainato il last second e le ottime percentuali di riempimento registrate degli alberghi aperti ci fanno dire si è confermata anche quest’anno - conclude Gnassi - la capacità di Rimini di essere punto di riferimento dell’accoglienza anche nel periodo invernale”», LaVocediRomagna (p.11).
Le primarie del Pd. “Al di là dei numeri (3.520 voti per Emma, 2.435 per Elisa), la Marchioni ha raggiunto un risultato notevole, visto come si era schierato il partito. Arlotti ha fatto piazza pulita degli avversari: 2.994 , contro i 1.634 di Imola, che ha vinto in 19 seggi, e i 1.399 di Biagini, vittorioso in soli 4 seggi. Nella zona sud sono andati a votare in pochi: questo non ha aiutato Imola. Per Biagini, non c’è stata la mobilitazione di Gnassi che molti si aspettavano, e questo ha fatto la differenza. Esce sconfitto anche Maurizio Melucci, che per la prima volta ha visto i ‘suoi’ candidati perdenti”, ilCarlino (p.7). In tutta la Romagna a vincere è stata la nomenclatura.
La candidatura di Tiziano Arlotti. “Il 'no' dell’ex sindaco Alberto Ravaioli è stata la molla che ha fatto decidere Tiziano Arlotti a lanciarsi: «La mia candidatura - spiega il secondo arrivato alle primarie di domenica - è nata all’ultimo momento, dopo l’uscita della lettera di sostegno alla Petitti, che ha smosso le acque. Avevo ricevuto molte sollecitazioni in precedenza, ma avevo risposto che non era nei miei programmi. Poi, dopo essermi confrontato col ‘mio’ sindaco, e quando mi ha confermato che non avrebbe partecipato, allora ho deciso d’impeto». «Per me non era fondamentale partecipare - racconta ancora Arlotti -, aveva senso in collegamento col territorio. Ho sentito il sindaco di Santarcangelo per chiedere se la candidatura poteva essere espressione del territorio, e così sono partito, senza sapere come sarebbe andata a finire»”, LaVoce (p.9).
Il ripescaggio di Elisa Marchioni. “L’onorevole uscente Elisa Marchioni difficilmente riuscirà a garantirsi di nuovo un posto a Montecitorio. Alle primarie di domenica scorsa è finita terza. Può sperare nei ripescaggi «ma - come spiega lei stessa - hanno vinto moltissime donne ed un riequilibrio sarà davvero difficile»”, Corriere (p.7).
Ieri a Rimini la marcia della pace. «La Chiesa deve annunciare il suo Vangelo di pace che è per tutti - ha detto il vescovo -, anche per chi non crede e deve essere stimolo per le autorità civili. La Chiesa, che predica le norme, non può non alzare la voce quando i diritti vengono calpestati. La Chiesa ha dei verbi che deve declinare a proposito della pace: rinunciare, denunciare e annunciare. Rinunciare ai privilegi; denunciare le cause che portano alla guerra e alla violenza e annunciare un Vangelo di pace», Corriere (p.6).