“Desidero precisare che ad oggi non mi è mai stato notificato alcun avviso di conclusione delle indagini che mi avrebbe messo nelle condizioni di sapere, da un lato, qual è esattamente l’ipotesi d’accusa che mi viene avanzata e, dall’altro, di prendere visione degli atti del procedimento per potermi difendere e – nel caso – di poter entrare nel merito della vicenda, in relazione alla quale posso sin da ora dichiarare di non essere a conoscenza di alcun asserito mio illecito”. Sono le precisazioni di Fabio Pula, attuale vicepresidente di Riviera Banca, all’epoca del fallimento della Cmv presidente pro tempore del cda della Banca di credito cooperativo.
“Provo pertanto una profonda indignazione nel vedere il mio nome associato a presunte ipotesi di reato collegate a ruoli professionali da me rivestiti. Trovo altresì davvero sconcertate che nell’esposizione dei fatti si sia dato avvio ad un processo mediatico basato sulla lettura incompleta e fallace degli atti, coinvolgendo, senza alcuna remora la mia persona, la Banca di Credito Cooperativo - che ho tuttora l’onore di rappresentare e contribuito a far crescere in modo significativo sul territorio - nonché alcuni dei suoi dipendenti e dirigenti; tutto ciò anche in evidente spregio della direttiva europea sulla presunzione d’innocenza (di recente approvata dalla Camera), la quale vieta espressamente alle autorità pubbliche di divulgare informazioni sui procedimenti penali e di «presentare gli indagati o imputati come colpevoli»”.
“Tengo quindi con ferma chiarezza a precisare che appare privo di ogni fondamento ogni ipotesi di reato legato alla mia persona ed ai ruoli professionali di dottore commercialista da me ricoperti, svolti con spirito di piena autonomia e indipendenza e nel rispetto della legge. Va da sé, pertanto, ribadire che la mia professionalità mai si è incrociata in alcun modo con attività legate o minimante collegate ad episodi o a modelli di evasione fiscale”.
“Preliminarmente esprimo quindi piena fiducia nell’operato della Magistratura. Sono convinto che già nel corso del proseguo delle indagini e non appena avrò eventualmente l’opportunità di farlo, potrò dimostrare la mia personale e totale estraneità rispetto ad eventuali responsabilità connesse ai fatti in cui vengo mio malgrado coinvolto”.