(Rmini) "Se primarie saranno, le abbraccerò con entusiasmo". lo conferma Jamil Sadegholvaad in vista delle direzione decisiva del Pd, quella che deciderà o un candidato sindaco tra lui ed Emma Petitti, oppure di passare dalle primarie. Se primarie dovessere essere, chiede Sadegholvaad, bisogna che siano "aperte a tutti i riminesi".
Si vota ad ottobre "ma è lampante come ormai il tempo stia scadendo. Il tempo per presentarsi alla città, il tempo di condividere visione e programmi, il tempo di ricercare la condivisione e la partecipazione più ampia al progetto di comunità che vogliamo presentare. Tutto può essere accettato tranne andare con il vecchio schema “questo è il candidato sindaco, adesso prendete e votate”. Pur nella difficoltà di questo periodo, pur negli stop and go forzati dalla pandemia, anche per il PD di Rimini di tempo per le scelte ormai ce n’è poco. Per questo occorre partire e allargarsi alla città".
"Ho dato la mia disponibilità ad ‘esserci’ lo scorso 28 gennaio. Ho sempre detto, anche pubblicamente, che ero disponibile a qualsiasi confronto per il bene di Rimini, del centrosinistra, del PD. In questi mesi ci sono stati fatti importanti da registrare: il tavolo della coalizione che riunisce forze politiche e civiche, il programma fatto dai gruppi tematici del PD, il protagonismo dei circoli e di nuove associazioni culturali e sociali. Questo si aggiunge al consenso, al senso ritrovato d’orgoglio e all’eredità popolare, concreta, innovativa che ci lascia la stagione dell’Amministrazione uscente. Ed è una stagione che non ha avuto un solo protagonista, seppur straordinario come il sindaco Andrea Gnassi, ma è frutto di un lavoro, di programmi, dell’impegno di tante persone, associazioni, categorie, ordini. Davvero un lavoro di comunità e per la comunità".
"Non sfuggo al tema delle primarie. Se primarie saranno, le abbraccerò con entusiasmo. L’altro giorno il segretario Enrico Letta ha detto che le primarie sono una dichiarazione d’amore verso la Città. Una bellissima affermazione in cui mi riconosco. Ma con una aggiunta: per essere un atto d’amore devono coinvolgere tutta la città, in questo caso tutti i 150 mila riminesi. Una festa collettiva di democrazia".
"Che non si pensi, dentro e fuori al PD, di mettere lacci e recinti cercando di restringere la partecipazione. Questo per me significa solo una cosa: uno sforzo organizzativo straordinario, eccezionale per garantire il voto in presenza in ogni luogo della città. Forese, centro, mare, frazioni: 100, 200 gazebo. Questo non è un personale desiderata ma una condizione e un impegno che, da Letta in giù, come centrosinistra dobbiamo assumerci. Organizzare le primarie al motto “meno siamo, meglio stiamo” non sarebbe accettabile, per me e per tanti altri riminesi".