(Rimini) Nel 2020 nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, così come a livello regionale e nazionale, le ben note conseguenze della pandemia hanno inciso in modo molto negativo sulle imprese del settore del commercio. Le imprese del commercio al dettaglio sono quelle maggiormente in sofferenza, con una diminuzione annua delle imprese attive in tutti i principali comparti. In controtendenza le imprese del "commercio on line", caratterizzate da un sensibile incremento annuo. In crescita anche le imprese commerciali gestite da stranieri. Le società di capitale, maggiormente strutturate, risultano in aumento, anche nel commercio al dettaglio, a differenza delle imprese individuali e, soprattutto, delle società di persone. A causa della contrazione dei consumi crollano le vendite al dettaglio, in particolare quelle dei prodotti non alimentari e della piccola e media distribuzione.
In provincia di Rimini, al 31/12/2020, si contano 8.610 imprese commerciali attive, pari al 25,3% del totale (22,0% in Emilia-Romagna e 26,3% in Italia), in diminuzione annua dello 0,6% (-1,3% in regione e -0,8% a livello nazionale). In calo dell'1,4% le imprese dedite al "commercio al dettaglio" (56,4% delle imprese commerciali) mentre crescono dello 0,6% quelle operanti nel "commercio all'ingrosso" (33,9%) e dello 0,7% quelle attive del "commercio di autoveicoli e motocicli" (9,7%).
In controtendenza le imprese straniere, che rappresentano il 17,3% del settore, caratterizzate da un incremento del commercio nel suo complesso (+2,0%) e del commercio al dettaglio (+2,3%). Le società di capitale, maggiormente strutturate, aumentano, sia riguardo alla totalità del commercio (+3,7%) sia in merito al commercio al dettaglio (+5,9%). In calo, invece, le imprese individuali (rispettivamente, -0,5% e -1,5%) e le società di persone (nell'ordine, -4,3% e -4,5%).
Per quel che riguarda il commercio al dettaglio, si assiste ad una diminuzione annua di tutti i principali comparti, con l'unica eccezione rappresentata dalle ferramenta (stabili): -2,9% gli esercizi di abbigliamento (19,9% del totale, negozi specializzati e ambulante), -2,4% gli esercizi alimentari (17,7%, negozi specializzati, non specializzati e ambulante), -1,2% le tabaccherie (5,3%), -2,0% gli esercizi di calzature (4,9%, negozi specializzati e ambulante), -2,8% le edicole e cartolerie (2,9%) e -6,5% i mobilifici (2,4%). Aumentano sensibilmente, invece, le imprese del commercio elettronico: rispetto al 31/12/19, infatti, +23,7%, con un'incidenza, sul totale del settore, che passa dal 3,8% del 2019 al 4,7% del 2020.
Secondo l'indagine condotta da Unioncamere Emilia-Romagna, infine, nel 2020 le vendite del commercio al dettaglio registrano una diminuzione del 10,7% rispetto al 2019; calo che, da un lato, ha caratterizzato soprattutto il settore non alimentare (-14,2%), ma anche quello alimentare (-5,9%), dall'altro, ha investito maggiormente la piccola e la media distribuzione (rispettivamente, -13,7% e -9,1%) rispetto alla grande distribuzione, seppur anch'essa in diminuzione (-6,7%).