(Rimini) “Purtroppo alle buone intenzioni della vigilia sono seguiti risultati ben lontani da quelli promessi nel programma elettorale”. Commenta così, Lucio Paesani, l’imprenditore riminese in campagna elettorale con la lista civica ‘Noi amiamo Rimini’ per le elezioni amministrative di 10 e 11 ottobre prossimo, commenta i dieci anni dell’amministrazione di Andrea Gnassi. “Rimini necessitava di interventi strutturali. Si trova dopo 10 anni, una pandemia ed una nuova crisi finanziaria che, per conformazione e vocazione qui si avverte più che altrove, ad osservare sterili tagli di nastro che, al di là delle opinioni e dei gusti che, ognuno liberamente esprime, la lascia ancora al palo dal punto di vista dell'offerta turistica, commerciale, artigianale ed industriale. Si è preferito mettere la polvere sotto il tappeto”, spiega Paesani.
Per l’imprenditore con aspirazioni da sindaco, “i nodi caldi, invece, sono rimasti tutti sopra al tappeto e irrisolti”. Qualche esempio? “La Murri, la Novarese ed il talassoterapico, la città delle colonie, la statale 16 con le rotonde di via Coriano via Montescudo e superstrada di San Marino. L'infrastrutturazione sportiva si limita a qualche palestra scolastica inaugurata con enfasi per coprire i fallimenti di tutte le principali società sportive che, dopo decenni sono costrette ad alzare bandiera bianca abbandonando sia il professionismo che il ruolo sociale che fu a beneficio dei nostri figli”.
Le periferie “sono state dimenticate e abbandonate. Nella zona mare a parte azioni di restyling, si è creata una viabilità assurda e incomprensibile che, in alcuni punti mette a rischio anche gli interventi di soccorso. Si è pensato a ridipingere la città e a creare una viabilità e una dotazione di parcheggi adeguata ad un pubblico giovane che, si sposta in bicicletta o in monopattino”.
Le esigenze delle categorie produttive e dei servizi “sono state relegate a richieste di secondo ordine. La recente pandemia ha inferto a queste ultime il colpo finale. Insomma, abbiamo assistito ad una conduzione ordinaria e onirica della città che ora, dopo 10 anni, dimostra di sconfessare il paradigma felliniano della "città dove tutto si immagina". O meglio, tutto si immagina, ma il primato del controllo pubblico sulla società civile e produttiva rende impossibile il “fare". Rimini ha necessità di ripartire per ritornare ad essere il punto di riferimento dello sviluppo non solo della provincia, ma di tutta la Romagna. Occorre investire in infrastrutture (aeroporto, porto, aree produttive, pesca, viabilità...) rilanciare l'industria turistica e fieristica secondo canoni attuali e moderni. San Marino non può rimanere estranea al progetto”.
Per Paesani, “il lavoro è tanto ed occorre coinvolgere persone, idee, esperienze, entusiasmi e professionalità. Includere anziché escludere. Dobbiamo fare sistema attorno ad un progetto, ad una visione comune, coinvolgendo gli eletti del territorio (parlamentari nazionali ed europei, consiglieri regionali, rappresentanti nel governo nazionale), convinti che il momento storico comporti unità e collaborazione. Il principio del bene comune deve diventare, quindi, la stella polare dell'agire in politica”.
C'è “la possibilità di coagulare questo progetto ambizioso attorno ad una candidatura civica, pronta a mettersi in gioco. Purtroppo registriamo che, al momento, i partiti tradizionali sono troppo occupati a risolvere problemi personali interni alle correnti, più funzionali a creare le condizioni favorevoli a carriere personali e di incarichi negli enti, piuttosto che pensare al bene della città. ‘Noi amiamo Rimini’ è pronta a condividere e preparare il programma amministrativo per un rilancio moderno della nostra comunità, con tutte le forze che, risolti i problemi interni, finalmente vorranno scendere a considerare i problemi dei cittadini i veri e gli unici protagonisti della res pubblica”, conclude l’imrpenditore.