(Rimini) "Il settore della scuola e dei servizi per l'infanzia ha attraversato e superato la fase pandemica anche grazie a interventi e misure straordinarie introdotte per tentare di garantire uno degli aspetti fondamentali dell'educazione: la socializzazione". Lo sottolinea l'assessore Mattia Morolli. "Nel tentativo di conciliare la necessità del 'distanziamento' alla volontà di limitare i contraccolpi del forzato isolamento sociale dettato dalle circostanze, sia a livello statale sia regionale sono stati messi in campo provvedimenti straordinari e temporanei per incentivare in particolare attività innovative quali l'outdoor education, forme sperimentali di attività educative non formali che si possano realizzare negli spazi aperti. Un approccio carico di possibilità e in prospettiva da sviluppare, tanto che questa Amministrazione sta investendo proprio nell'ottica di strutturare sempre maggiori spazi all'esterno utili per le attività educative, ricreative e ludiche dei più giovani. La Regione Emilia Romagna inoltre è intervenuta già nel maggio 2020 semplificando gli adempimenti per l'apertura dei servizi estivi-ricreativi. Misure di sperimentazione e semplificazione che si sono rivelate provvidenziali nei primi mesi per far ripartire una serie di attività anche innovative che hanno consentito di recuperare in parte il deficit di socializzazione".
Ma non basta. "Tuttavia, a più di un anno dalla loro adozione, non possiamo fare a meno di notare come questi provvedimenti abbiano creato zone d'ombra che mettono in difficoltà chi, come i Comuni, è titolare in via esclusiva delle funzioni di tutela dei minori e svolge la funzione di vigilanza sui servizi per l'infanzia. Sono indeterminatezze, senza precisi parametri, che rischiano di lasciare spazio a situazioni che accolgono i minori ma - potendo rifiutare qualsiasi riconduzione alla qualificazione di servizi educativi o ricreativi e, forti della loro "natura associativa" - svicolano da normative o direttive".
La semplificazione amministrativa e l'innovazione dei servizi rivolti ai minori hanno sempre un connotato positivo e su questa direzione bisogna proseguire, ma le istituzioni pubbliche non possono non prendere in seria considerazione queste situazioni ambigue e soprattutto di difficile gestione. Questo sia per scongiurare soluzioni di accoglienza dei minori che non osservino le più comuni regole di sicurezza, sia per evitare che si diffondano soluzioni educative e ricreative alternative a quelle ortodosse che, invece, si inseriscono in un circuito positivo di autorizzazioni, vigilanza, controllo e qualità. Avviandoci verso quella che speriamo possa essere una 'normalizzazione' della situazione sanitaria, è opportuno anche un ripristino delle direttive regionali temporaneamente sospese a causa della pandemia, cogliendo inoltre l'occasione per adeguarle alle nuove forme sperimentali di attività educative anche outdoor che si stanno applicando con efficacia nel nostro territorio. In questa fase di riapertura dei servizi educativi e ricreativi è indispensabile mettere i Comuni nelle condizioni di svolgere appieno la funzione di vigilanza sui servizi per i nostri bambini, dotandoli di direttive e norme che ci permettano di esigere dalla più ampia platea possibile di gestori il rispetto di condizioni di sicurezza e di igiene e mantenere alto lo standard qualitativo dei nostri servizi".