(Rimini) “Smaltita la sbornia di felicità per la vittoria dell’Italia agli Europei di calcio e rimanendo in trepida attesa per capire se i festeggiamenti che ne sono seguiti siano risultati indenni da eventuali danni da assembramento incontrollato e incontrollabile, sono qui di nuovo a dire basta! Dopo quello che vediamo ogni giorno non ci sono più scuse: bisogna riaprire i locali da ballo".
Come presidente regionale del SILB, spiega Gianni Indino, "chiedo al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, di farsi anche lui portavoce delle istanze degli imprenditori dell’intrattenimento e di chi a prescindere dall’età ama andare nei locali a ballare. Lo hanno già hanno fatto i sindaci e gli amministratori della costa romagnola, esprimendosi più volte apertamente e mostrandosi vicini alle nostre richieste. Ora chiediamo che il presidente della nostra Regione, per la quale più di altre l’intrattenimento notturno è un elemento economico importante, porti le nostre richieste all’attenzione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome per un intervento all’unisono affinché si giunga ad un ordine del giorno dedicato nella prossima Conferenza Stato Regioni. Già sappiamo che alcuni presidenti di Regione si stanno muovendo in tal senso e pensiamo che un’azione coordinata sia quel che serve per sensibilizzare il governo. Se partisse dalla Regione Emilia Romagna ne sarei felice e orgoglioso. Il presidente Bonaccini già l’anno scorso ha dimostrato di sapersi adoperare per il nostro settore ed è molto attento alle dinamiche del turismo e del tessuto imprenditoriale del territorio. Questa amministrazione regionale ha già varato misure a favore del nostro comparto e proprio in questi giorni infatti stanno arrivando sui conti correnti dei gestori dei locali da ballo i sostegni promessi dalla Regione, che ha mantenuto gli impegni presi".
"Ma ora serve di più, serve supportare il ritorno all’attività di questo settore fondamentale per la nostra economia per non perderlo definitivamente. Non possiamo più stare a bagnomaria, non possiamo più essere discriminati e vogliamo essere tutelati da chi ci governa. Le scene dei folli festeggiamenti viste in queste ore nelle piazze di tutta Italia sono per noi una ulteriore mortificante presa in giro. Ora serve coraggio: tutti convivono con il virus, con e senza i dovuti accorgimenti, mentre ad oggi noi non abbiamo ancora avuto nessuna spiegazione concreta sul motivo per cui siamo le uniche imprese italiane ad essere chiuse per decreto mentre tutta l’Italia è ripartita di slancio".
"Questa è una questione prettamente politica, perché non più tardi di qualche settimana fa anche il CTS aveva dato il via libera per le aperture dei locali con le dovute regole. Noi siamo pronti ad aprire e a rispettare le regole che ci indicheranno, compreso l’ingresso esibendo il Green Pass. Stanno giocando con il nostro futuro e non è tollerabile. Quando chiuderemo definitivamente l’attività e si perderà un intero comparto economico mentre l’abusivismo continuerà a dilagare, qualcuno dovrà prendersi le proprie responsabilità”.