(Rimini) "Le procedure previste per la revoca delle deleghe (non essendo state riconsegnate) sono attivate da oggi". Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha fatto quello che da qualche ora in molti attendevano."La scelta di Gloria di candidarsi autonomamente a sindaco senza coinvolgere, condividere e neppure informare altre parti di istituzioni, Sindaco, colleghi e assessori della Giunta comunale, consiglieri comunali, la sua scelta di candidarsi in opposizione alle forze politiche e alla coalizione di centrosinistra che sostengono sia la Giunta oggi e che fortemente condividono la candidatura di Jamil a Sindaco, è una scelta legittima, ma anche consapevole della rottura del rapporto politico che crea. Perché delle istituzioni si fa parte in relazione ad un mandato politico ricevuto e non a titolo personale", spiega Gnassi.
"Con sofferenza e a malincuore, e lo dico sinceramente, faccio gli auguri di buona fortuna a Gloria, i ringraziamenti per il lavoro e il cammino fatto (che forse almeno per me e altri è diventato amicizia). Le istituzioni, però sia chiaro, vengono prima di tutto e agiscono per il bene di tutti con chiarezza, responsabilità e su mandato collettivo. Stare in un Governo nazionale, regionale e in un Comune con un piede dentro e uno fuori e proiettato da altre parti è, questa sì, una classica situazione italiana (questa sì, “vecchia come un secolo”), che anche Rimini ha già vissuto in passato. E che noi, Gloria compresa in questi 10 anni, per chiarezza verso i riminesi e responsabilità, non abbiamo mai accettato".
La riassegnazione delle deleghe avverrà nell’ambito dell’attuale giunta, pecisa Gnassi che in conclusione di domanda: "chissà se le vicende strane della vita e l’evoluzione del quadro, ancor più strano, politico e sociale, in fondo di tutto il Paese, ci consentiranno di ritrovare più avanti ragioni e sentimenti per un cammino comune, per il bene esclusivo di Rimini e della nostra città".
L'intervento del sindaco, per formalizzare il "divorzio" con il suo vicesindaco per dieci anni arrivano accompagnate da un lungo intervento, in difersa di un lavoro comune. "Ricambio con affetto e gratitudine i ringraziamenti per i 10 anni di lavoro nell'amministrazione comunale da parte di Gloria Lisi. Un decennio iniziato con la più grande crisi economica-finanziaria mai conosciuta, la bolla edilizia, le infrastrutture da fare (dalle fogne ai motori culturali) o da completare, e finito nel biennio 2020/21 con la pandemia. Un periodo durante il quale Rimini, per le sue caratteristiche, poteva davvero soccombere. Invece oggi è una città in fortissimo cambiamento. Con un orgoglio ritrovato e diffuso dei riminesi. Non siamo arrivati, ma siamo in cammino. E se in Italia e all’estero ormai ci vedono come una positiva case history, il grazie va prima di tutto ai riminesi. Con i quali abbiamo discusso (a volte anche in modo acceso), ma che hanno visto e capito e che stanno sostenendo questo viaggio di trasformazione della città verso un futuro solido".
Gnassi ribadisce che "Gloria ha contribuito in modo importante a questo lavoro e a questo cammino. Ai ringraziamenti credo possano associarsi quelli dei consiglieri comunali tutti, della Maggioranza, della Giunta e degli assessori. Anche per la fatica, lo stress e la continua pretesa di fare di più, di fare meglio, a cui (ahimè) li ho sottoposti. Possiamo dire con assoluta verità che abbiamo sempre svolto il nostro servizio, pur nei limiti e nei difetti, mai per tutelare una sola parte o partito o gruppo di interessi. L’unica parte per noi è sempre stata e sarà solo Rimini. Di una cosa sono certo: dovrà essere così anche domani. Indipendentemente dal ruolo che ognuno avrà".
Quando si termina un ciclo "così intenso, duro e pieno, è chiaro che ti ritrovi dentro, anche nell’anima, tutto. Gioie, ferite, domande. Anche sul “che farai?”. Ma quello che abbiamo seminato l’abbiamo portato avanti (altrimenti non l’avremmo fatto così!) non per garantirci dopo un ruolo o una ricompensa, pretenderlo o ritenerlo perfino dovuto. L’abbiamo fatto perché a Rimini, in queste decennio, servivano scelte radicali. Base di ogni futuro da qui ai prossimi anni".
Analizzando Gnassi rileva come la candidatura a sindaco di Gloria Lisi si basi su due punti essenziali: una denuncia di logiche autoreferenziali interna ai partiti e al partito di maggioranza della coalizione e la necessità di cambiamento. "Sul primo punto è vero che, in un contesto generale e particolare, logiche degenerate di partito e di corrente legittimano i cittadini a diffidare della politica. Le abbiamo denunciate. Le denunceremo. Ma esse si contrastano battendosi per e con una idea di città, una visione concreta di futuro e il lavoro concreto per la sua traduzione in fatti reali. Rimini è cambiata anche per questo. E ancora, anziché assecondare correnti o interessi di gruppi, è indispensabile il lavoro per costruire una colazione ampia e solida, con una candidatura forte e la più capace di fare sintesi di contributi programmatici diversi. In questo modo è e diventa fatto politico e non individuale. Il fatto che oggi tutta la coalizione, le liste civiche e il PD (con la capacità di trovare un contributo anche da espressioni civiche) abbiano trovato convergenza su Jamil, sul lavoro fatto in questi 10 anni come base solida e su elaborazioni programmatiche per una sfida nuova, è appunto un fatto politico, un valore di comunità. Non è un fatto personale. E proprio Jamil anche con la sua storia globale e riminese insieme, il suo parlare quattro lingue, i suoi 10 anni di pancia a terra nei quartieri, nei problemi e nelle soluzioni, è e sarà la risposta riminese forte per i riminesi".
Sul secondo punto, "la necessità di cambiamento. Vero. Scontato. Ma i cambiamenti riguardano tutti. Il pianeta, Draghi, Biden, l’Europa, Viserba e Miramare e il forese, la Regione e Bonaccini, tutti noi, gli ospedali e le scuole. La via più banale e più usata per ritagliarsi un protagonismo e un ruolo (per se stessi o un gruppo e anche per una corrente di partito) è quella di sentenziare: “tutto cambia, bisogna cambiare, per questo servo io o il mio gruppo”. Quando poi questa richiesta di “cambiare tutti, ma gli altri” viene da chi ha ruoli politico-istituzionali consolidati, beh, la strumentalità è evidente e intuibile per chiunque".