(Rimini) "Come storica dell’arte, avrei desiderato un trattamento diverso di quegli spazi e l’ho espresso più volte in passato, ma il progetto ora è realtà ed è stato accolto parimenti con entusiasmo o con orrore e rabbia". Lo dichiara Chiara Bellini, possibile futuro vicesindaco di Rimini, se alle elezioni amministrative di Rimini dovesse vicnere Jamil Sadegholvaad, centrosinistra. "In questi giorni molte persone mi chiedono cosa pensi della nuova piazza Malatesta, del piano d’acqua, del rinoceronte, ecc. Da una parte, ci sono persone che ritengono questi interventi una valida riqualificazione di un’area parcheggio, che ha reso inoltre quello spazio inerme qualcosa di vissuto e vitale per la città (i bambini che giocano, gli adulti che tornano bambini, le luci, lo spazio per correre, ecc.); dall’altra ci sono tanti esperti nell’ambito dei beni culturali, storici, storici dell’arte ma anche tanti cittadini che criticano fortemente questo progetto, che in buona sostanza non terrebbe conto del contesto storico-culturale di questo spazio, e costituisce un’attrazione (per taluni di dubbio gusto) più adatta per un parco giochi che per un’area monumentale. In mezzo poi, ci sono tutta una serie di visioni medianti tra un parere e l’altro", ricapitola Bellini.
"L’unica riflessione che mi preme fare, è ancora una volta sul metodo. Che ci piaccia o non ci piaccia questo poderoso intervento, ciò che abbiamo davanti deve essere un monito per tutte le future azioni dell’amministrazione: le decisioni devono essere partecipate. La cittadinanza deve essere coinvolta prima, non dopo. Solo così le persone si sentiranno parte delle decisioni, anche quando quelle prese non saranno quelle sperate. Se ho la possibilità di esprimere la mia opinione sarà più facile anche accettare un parere contrario. Perché in ogni caso, anche un’esigua minoranza, in un contesto di scambio e confronto civile, ha l’occasione di motivare - e magari far accettare - la propria idea alla maggioranza se le istanze sono ben argomentate e supportate da evidenze".
"Ciò che critico oggi, al lavoro intorno al castello, è la mancanza di partecipazione nel suo sviluppo. Gli scambi accesi, ma talora anche fecondi, che ho letto su Facebook all’indomani dell’inaugurazione potevano forse svolgersi prima se la città fosse stata più coinvolta nel progetto.
Penso che d’ora in avanti si debba per forza procedere cosi. A quel punto l’’eroe’ o il ‘colpevole’ non sarà più solo un individuo (che magari pensa solo di agire per il bene della città), ma la comunità intera, responsabilizzata e dunque più accorta".