(Rimini) La regressione della pandemia determina una decisa inversione di tendenza per le vendite (+11 per cento) per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell'Emilia-Romagna nel secondo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020 caratterizzato dal lock down. Il recupero è stato consistente, anche se non ha ancora colmato del tutto le perdite subite rispetto all'analogo trimestre del 2019 (- 3,5 per cento rispetto a quella data). Questo è quanto emerge dall'indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. Le aspettative per il trimestre in corso sono positive, anche se di intensità inferiore rispetto a quelle per il trimestre precedente (il saldo passa da +10,6 punti a +6,5 rimanendo quindi in terreno positivo).
Secondo il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Alberto Zambianchi, "i segnali di ripresa sono finalmente incoraggianti, anche in quei settori dove le cicatrici lasciate dalla crisi rimangono evidenti. La fiducia degli imprenditori mostra la volontà di ripartire. Per proseguire nel recupero è importante che non si fermi il percorso di normalizzazione della situazione sanitaria ed economica".
Le tipologie del dettaglio. Disaggregando i dati economici, nel trimestre in esame la ripresa delle vendite non ha interessato tutte le tipologie del dettaglio, allo stesso modo. Lo specializzato non alimentare ha beneficiato di un deciso recupero (+17,4 per cento), frutto dell'alleggerimento delle misure sanitarie, del progresso della vaccinazione e del recupero del precedente dilazionamento dei consumi, anche se la ripresa non ha ancora permesso il ritorno ai livelli dello stesso trimestre del 2019.
Iper, super e grandi magazzini hanno beneficiato della situazione, seppur in misura contenuta (+0,8 per cento), capitalizzando una fase di aumento delle vendite ininterrotta da 9 trimestri, che ha condotto a una crescita del 7,4 per cento nel corso del 2020. Le vendite dello specializzato alimentare hanno invece riportato una lieve flessione (-0,4 per cento). Il cauto orientamento in senso positivo delle attese per le vendite nel terzo trimestre non è generalizzato. Per il dettaglio specializzato alimentare, ad esempio, il saldo dei giudizi tra chi prevede aumenti e chi prevede diminuzioni, è negativo (-6,8 per cento). Le prospettive degli operatori dello specializzato non alimentare sono caute e orientate a un leggero miglioramento con un saldo positivo che però è sceso a quota +6,7. Le aspettative di vendita relative a ipermercati, supermercati e grandi magazzini invece si rafforzano decisamente tanto che il saldo dei giudizi sale a quota +17,1.
La dimensione delle imprese. La ripresa delle vendite nei dati trimestrali è estesa a tutte le dimensioni aziendali. Le vendite della piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, hanno ampiamente beneficiato della ripresa (+10,8 per cento), in misura anche più intensa delle imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti (+7,7 per cento). Sono state le imprese di maggiore dimensione, quelle con almeno 20 addetti, che avevano subito in minore misura la crisi a trainare la tendenza positiva (+12,5 per cento) e le loro vendite hanno superato il livello dello stesso mese del 2019 del 4,3 per cento.
Il registro delle imprese. Le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 42.951 al 30 giugno 2021. Rispetto ad un anno prima la loro consistenza è aumentata dello 0,2 per cento (+91 unità). L'andamento è risultato migliore di quello nazionale dove la base imprenditoriale del settore si è lievemente ristretta (- 0,1 per cento). Gli effetti della pandemia e delle misure di sostegno a favore delle attività hanno condotto prima a un rallentamento della riduzione della base imprenditoriale nel corso del 2020 e nel primo trimestre del 2021, poi a una sua inversione in positivo nel periodo in esame.
L'andamento rilevato in ambito regionale continua a essere frutto della composizione tra due tendenze. La prima è data da un vasto movimento negativo, originato da una veloce e ampia diminuzione delle società di persone (-2,5 per cento, -220 unità). La seconda, positiva, è costituita da un incremento divenuto più ampio e sempre più rapido delle società di capitale (+5,6 per cento, +269 unità). A fronte delle prospettive di ripresa, anche la tendenza alla riduzione delle ditte individuali si è invertita e nel trimestre si è registrato il primo contenuto incremento tendenziale delle ditte individuali del dettaglio dalla fine del 2011 (+44 unità, +0,2 per cento). Al contrario, l'insieme assai meno numeroso delle cooperative e dei consorzi è risultato in leggera flessione (-1,0 per cento).