(Rimini) "Se Rimini vuole davvero essere una città aperta e di tutte e tutti, se davvero non si vuole lasciare indietro nessuno, c’è un tema, un principio sul quale lavorare con determinazione, quello del diritto all’abitare". Rimini Coraggiosa parla nel proprio programma di casa. "Crediamo che quello della casa, del diritto all’abitare, sia la questione più urgente da affrontare. Non è tollerabile che ancora oggi ci siano oltre 2.000 nuclei familiari nelle liste di attesa delle graduatorie per un alloggio di Edilizia Residenziale Pubblica o per un affitto calmierato, se non che, constatiamo che a parte noi nessun’altra forza politica che si candida per amministrare la città abbia mai parlato di questo problema".
"Mettere in moto un Piano Casa Comunale vuol dire incrementare il patrimonio Acer senza consumo di suolo, trovare accordi con i proprietari di alloggi sfitti attraverso incentivi/disincentivi affinché le locazioni vengano calmierate, affrontare in maniera sistemica e non emergenziale la questione dei senza fissa dimora, insomma, affrontare l’annoso problema concentrandosi sulla consapevolezza che la casa è un diritto e senza di essa nessuna persona può avere una vita dignitosa".
Non solo quindi housing sociale, turn over nell’edilizia residenziale pubblica o incentivi a giovani coppie, "ma l’impostazione di un percorso che parta fin da subito e abbia sempre più crescente importanza nel pensare e immaginare la città di oggi e domani. Non possiamo e non dobbiamo continuare a lasciare le persone in balia di un mercato immobiliare sempre più bulimico nonostante un mercato del lavoro sempre più precario e precarizzante, non possiamo e non dobbiamo accettare che garantirsi un tetto sopra la testa voglia dire spendere oltre il 40% del reddito di ogni persona o famiglia; se vogliamo costruire una città più giusta e solidale è necessario partire da questo, lavorando per garantire il diritto all’abitare come fulcro imprescindibile di una Rimini che non lascia indietro nessuno. E’ una sfida che va affrontata ora, prima che si arriva ad un punto di non ritorno, considerando che già ad oggi la questione abitativa non è qualcosa da affrontare come emergenza dettata dalla fase di crisi che stiamo affrontando, bensì un problema strutturale che abbiamo da troppi anni e per il quale va messo in moto un piano strutturale che abbia il più ampio respiro possibile e che si ponga l’obiettivo di mettere fine al problema, che non si rivolga solo al ceto medio ma parta dagli ultimi fino ad arrivare a chiunque ne abbia bisogno".