(Rimini) "Rimini ha fatto del turismo un incredibile motore di crescita, portandola tra gli anni '70 e '80 a riconvertire casette e villette in piccole pensioni per soddisfare una sempre più crescente domanda di camere. Da allora, tante cose sono cambiate e di quell'incredibile boom turistico sono rimaste anche strutture fatiscenti e sottodimensionate. Tra quelle ancora attive, molte non sono più in grado di lavorare in maniera sana per le sempre più stringenti normative". Lo rileva il candidato consigliere comunale della Lista Jamil Andrea Bellucci.
"A fronte della grande maggioranza degli imprenditori seri protagonisti del nostro settore turistico esiste infatti un'importante fetta di sedicenti imprenditori improvvisati, che rilevano o ereditano piccole strutture che invece di valorizzarle, le spremono proponendo ai clienti dei prezzi "sotto-costo" per non dire indecenti per provare ad incamerare qualcosa. E' un tema più volte sollevato anche dalle associazioni degli albergatori della nostra costa". Questo "si traduce inevitabilmente in lavoro nero e sottopagato, evasione nei confronti dello Stato e del Comune e in uno svilimento del territorio che ospita queste strutture. Questi prezzi bassi portano un turismo d'assalto, non ricchezza al nostro territorio, che lo "consuma" non solo dal punto di visto economico (mancato incasso di tasse a fronte dei servizi messi a disposizione del Comune) ma anche dal punto di vista ambientale".
Parlando "in meri termini economici per il territorio: la presenza di meno strutture riduce l'offerta scadente del territorio - permettono agli imprenditori virtuosi di non dover competere sui prezzi, ma sui servizi (maggior margine a chi lavora bene gli da modo di investire più sul territorio) – che migliorano la qualità del turista – che a sua volta porta un valore aggiunto al territorio e il tutto da come risultato anche maggior sicurezza. Tanto più, se si pensa allo sforzo eccezionale di questi anni da parte pubblica e comunale con il Parco del Mare e la città d'arte, che hanno senza dubbio l'obiettivo di elevare la qualità complessiva del nostro turismo e la sua redditività attraverso servizi in primis alberghieri altrettanto moderni, innovativi, attrattivi rispetto a un mercato turistico con capacità di spesa".
"Bene il nuovo Rue approvato, che permette di spostare le volumetrie, ma, soprattutto dopo la stagione del Covid che pone nuove esigenze, bisogna pensare a qualcosa di ulteriore. E' necessario, a mio avviso, arrivare a valutare cambi di destinazioni d'uso in aree specifiche della città, non solo per le strutture fatiscenti della costa, ma anche per quelle strutture sotto le 30 camere che non sono più in grado di sostenersi in maniera sana. Rimini negli ultimi 10 anni sta crescendo ad un tasso di quasi 1.000 nuovi residenti l'anno, che si traduce in continue richieste di nuove prime case. Attualmente chi vuole comprare una casa nuova, spesso deve aspettare fino a 2 anni e si deve orientare dove c'è maggiore disponibilità, cioè in zona circonvallazione o zone periferiche".
"Riconvertendo gli immobili si permetterà di tornare a vivere le zone vicine al mare 365 giorni l'anno, rendendole maggiormente sicure anche d'inverno. Maggiori residenti, maggiori negozi funzionanti vicino al mare danno come risultato luoghi vivi della città. E quando un luogo è vivo, non è preda del degrado e della criminalità. Come impegno nella prossima amministrazione voglio portare avanti con convinzione questo aspetto cruciale per il territorio riminese".