Rimini, Rimini. Intervista al sindaco Gnassi. Cagnoni in commissione controllo. La rissa in piazza a due passi dal Consiglio
Due pagine di intervista al sindaco di Rimini sul CorriereRomagna (pp.6-7): alle prese con la crisi del mondo, ma soprattutto con quella della capitale della riviera romagnola. “Dice di fare «fatica a dormire la notte» il sindaco di Rimini Andrea Gnassi. Brutto mestiere quello di chi si trova alla porta «la fila di persone che non hanno più un lavoro e lo vorrebbero da te e ti fanno capire che potrebbero arrivare a un gesto estremo»”.
Rissa in piazza Cavour, le reazioni dei consiglieri comunali davanti al sangue, LaVocediRomagna (p.16).
Il presidente di RiminiFiera ieri in commissione consiliare. “IL PALAS ha aperto con un anno di ritardo. Eppure ora è la Cofely, l’azienda francese che ha realizzato il palazzo dei congressi, a chiedere i danni: 43 milioni di euro (euro più, euro meno) a Rimini Fiera, che «non sborserà un centesimo.Siamo noi le vittime: abbiamo chiesto danni per 22 milioni, per i ritardi e gli eventi che Convention bureau ha dovuto riproteggere». A rivelarlo ieri lo stesso presidente di Rimini Fiera Lorenzo Cagnoni, durante la commissione consiliare sulle società partecipate presieduta dal consigliere Carla Franchini (M5S). Cagnoni sbandiera ottimismo sul contenzioso, perché «le pretese di Cofely sono assurde, non le considero nemmeno»”, ilRestodelCarlino (p.8).
Le royalties. “Restando all'interno dell'astronave un altro problema sorto è quello delle royalties, ossia le quote che dovrebbero (a questo punto il condizionale è d'obbligo) gli albergatori su ogni loro cliente congressuale. Cagnoni parla di "introiti significativamente inferiori rispetto alle previsioni". In numeri, invece dei 500mila euro attesi sono arrivati meno di 300mila euro. Quarantamila sono legati ai contenziosi tra il Consorzio Aia Palas e alcuni albergatori. Il sistema, primo in Italia, dovrebbe permettere di coprire un mutuo di venti milioni di euro. Non sono quindi noccioline. Altri 20 milioni di euro, la quota a carico dei soci pubblici ancora da versare, sono attesi dai dividendi di Rimini Fiera”, NuovoQuotidiano (p.11).
“Che ci sia qualche problema lo conferma la stessa presidente dell’Aia, Patrizia Rinaldis. “Il sistema non è semplice, ma l’obiettivo è comune - commenta -. Il palacongressi l’abbiamo voluto e serve a tutti, ora dobbiamo pagarlo. Come dice Cagnoni, nel meccanismo alcune difficoltà esistono. Dobbiamo far sì che le presenze crescano così si pagano più royalties. Noi abbiamo maggiori responsabilità, ma dall’altra parte bisogna avere le presenze. Invece delle 500mila presenze programmate nel 2012, ce ne sono state 180- 200 mila»”, LaVoce (p.11).
Ma Cagnoni non dà i numeri. “«Questione di privacy, quei dati non li do». Lo ha detto chiaro e tondo Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera e Palazzo dei Congressi, che di dare determinate informazioni sulla società dal lui presiedute non ha alcuna intenzione. Anche perché «ho parlato con gli avvocati - ribadisce - e loro confermano: quei dati sono sensibili, fornirli potrebbe comportare un danno». La risposta è arrivata ieri durante l’commissione consiliare sulle Società partecipate, chiesta dalla consigliera del Movimento 5 Stelle Carla Franchini. E’ stata lei in settembre a volere sapere, tra l’altre cose, il numero di dipendenti di Rimini Fiera Spa, il numero delle qualifiche dei direttori e delle figure professionali, i loro curriculum, la retribuzioni lorde e le modalità di assunzione e i tipi di incarichi. Niente da fare. Il motivo? La società Spa è infatti all’86 per cento pubblica (27 per cento del Comune) ma ha una restante quota del 14 per cento di privati”, Corriere (p.3).
Il cartellone elettorale. Il più atteso è lui, Beppe Grillo. “«Il programma prevede l’arrivo di Grillo intorno alle 19,30, anziché alle 19 — precisa Luigi Camporesi, capogruppo in consiglio del Movimento 5 Stelle — Noi inizieremo comunque, con una presentazione al pubblico dei vari candidati e i nostri interventi, in attesa di Beppe che arriverà sicuramente»”. “Il Pd invece quasi sicuramente non riuscirà a portare Bersani a Rimini. Ancora dal partito non si danno per vinti, ma l’agenda del candidato premier del centro sinistra è fittissima e pare che Rimini non risulti tra le sue tappe. Il popolo dei democratici dovrà ‘accontentarsi’ di Josefa Idem, la campionessa olimpionica capolista al Senato per l’Emilia Romagna, a Rimini il 29 gennaio, mentre il 9 febbraio sarà la volta di Dario Franceschini, ex segretario e candidato ora come capolista alla Camera. Oggi invece farà tappa il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini”, ilCarlino (p.12).
Fratelli d’Italia. “L’ex ministro alla Gioventù Giorgia Meloni sarà molto probabilmente in piazza Cavour martedì mattina per presentare il neonato movimento del “centrodestra nazionale”. Con lei Gioenzo Renzi, che proprio giovedì sera in consiglio ha sancito la sua uscita dal gruppo consiliare del Pdl”, LaVoce (p.13).
Presentati i riminesi in lista per Fli. “«Nessun catapultato in lista ma solo emiliano romagnoli doc» per cancellare la tassa di soggiorno «una sciocchezza introdotta, è bene ricordarlo, dal governo Berlusconi». “R iscrivere” la Bolkestein «perché non si può abbattere come un machete sul nostro sistema balneare unico in Europa, penalizzando gli operatori nel nome di una concorrenza che può spalancare le porte a chi non ha titoli e alla criminalità». Per portare a termine l’operazione Romagna, l’onorevole Enzo Raisi, coordinatore regionale di Fli e numero due dei candidati alla Camera di “Futuro e libertà” per Monti, ha arruolato ben sei romagnoli: Pasquale Barone, Gianluca Medri Ottaviani, Valter Ciabochi, Marta Mengozzi, Donatella Morelli, Edda Negri Mussolini”, Corriere (p.8).
Scuola. “Privatizzazione degli dei servizi educativi: giovedì in consiglio comunale Stefano Brunori (Idv), Carla Franchini (M5S) e Fabio Pazzaglia (Sel), appartenenti alla minoranza, hanno interrogato la Giunta, l’attenzione dei tre si è rivolta all’offerta pubblica gestita dal Comune, che non deve lasciare il passo a una futura ed eventuale esternalizzazione dei servizi. Ad attaccare è Pazzaglia, che precisa senza nessun giro di parole: «L’esternalizzazione del sostegno ai bambini disabili e la privatizzazione degli asili pubblici di via della Rondine e via Sacco e Vanzetti sono la prova provata di questa deriva che ha come obiettivo quello di demolire il servizio pubblico a beneficio dei privati che operano nel settore dell’istruzione»”, Corriere (p.5).
L’obolo del Comune alla diocesi. “Nonostante l’edilizia in crisi, il Comune ha più che raddoppiato la quota versata alla Diocesi, passata dai 95mila euro del 2010 ai 202mila del 2011. Si tratta del 7% di oneri di urbanizzazione secondaria che secondo la legge 10 del 1977 le amministrazioni comunali devono riservare agli enti religiosi che ne facciano regolare richiesta”, LaVoce (p.16).
Domani il vescovo ordinerà quattro nuovi diaconi, tra cui il bagnino Mauro Vanni. IlCarlino lo intervista (p.7).