(Rimini) Si avvia domani il ciclo di conferenze che affianca la mostra “L’Oro di Giovanni. Il restauro della Croce di Mercatello e il Trecento Riminese”, in corso a Palazzo Buonadrata con ingresso gratuito fino al 7 novembre. La mostra fornisce un saggio delle opere del capostipite della Scuola Riminese del Trecento. Al centro dell’attenzione, accanto a 5 pregevoli opere, c’è la Croce di Mercatello che dopo oltre 85 anni è tornata a Rimini. L’opera di Giovanni da Rimini è la più integra e grande crocifissione su tavola dell’artista, l’unica firmata e datata. Venne a Rimini nel 1935 per la mostra curata da Cesare Brandi e da quell’anno non è più stata esposta in città.
Mercoledì 13 ottobre alle 18, nel salone di palazzo Buonadrata, si svolgerà la prima delle tre conferenze previste, con l’intervento di uno dei due curatori della mostra, il Prof. Daniele Benati, dell’Università di Bologna, che si soffermerà su “Giovanni da Rimini: un pittore al bivio”. Benati evidenzierà, in particolare, il delicato ruolo che l’artista ricoprì nel momento in cui, educato sulla tradizione pittorica tardo-duecentesca, si trovò a dover fare i conti con le novità proposte da Giotto nei lavori condotti all’interno della chiesa riminese di San Francesco, l’attuale Tempio Malatestiano.
“L’attività di Giotto – anticipa Daniele Benati - costituì infatti un vero punto di non ritorno per la cultura figurativa occidentale, nel momento in cui sostituiva all’allegorismo della pittura medievale una nuova concretezza basata sull’osservazione del reale. Inoltre, alla bidimensionalità delle raffigurazioni dipinte opponeva una tridimensionalità raggiunta sulla base dell’imitazione dell’arte classica. Per Giovanni, come per altri pittori attivi fra XIII e XIV secolo, si trattò dunque di aggiornare il proprio linguaggio in senso giottesco, anche se la passione per l’astratta raffinatezza della pittura bizantina continua ad avvertirsi, soprattutto nelle croci”. Secondo Benati, “Giovanni, attivo con splendidi affreschi anche nella cappella della Vergine in Sant’Agostino a Rimini, fu in grado di mediare tra le diverse istanze rappresentate dalla tradizione bizantina e dalla novità giottesca e di conseguire una sintesi che lo fa eccellere tra i pittori della scuola riminese, di cui fu indubbiamente il capostipite”.
Il secondo appuntamento col ciclo di conferenze sarà Venerdì 22 ottobre, quando interverrà l’altro curatore della mostra, Alessandro Giovanardi, che parlerà su “A Oriente di Rimini. Giovanni e la pittura bizantina”. Il ciclo si concluderà Venerdì 29 ottobre con Flavio Cuniberto, dell’Università di Perugia, che interverrà su “La Croce e la Gloria. Francescanesimo e pittura del Trecento”.