(Rimini) “Gli onorevoli Elena Raffaelli e Jacopo Morrone sostengono che se ci fosse stato un mese in più di campagna elettorale il centrodestra sarebbe come minimo andato al ballottaggio. Ma io mi domando: di cosa stiamo parlando?”. Alessandro Ravaglioli, esponente riminese della Lega, ha raccontato oggi a Temporeale, trasmissione di IcaroTV, la sua verità dei fatti, dopo le accuse incassate dai deputati leghisti Jacopo Morrone ed Elena Raffaelli.
“Innanzitutto la data delle elezioni è stata posticipata di 4 se non 5 mesi, perché come tutti ricordano si doveva votare a maggio. L’onorevole Morrone, io gli ho dato un contibuto, era in cerca del candidato sindaco civico dal mese di settembre dello scorso anno. Essersi trovati a determinare la candidatura il 9 di agosto significa che ci sono delle responsabilità politiche molto chiare. Loro si lamentano rispetto a quello che è stato un loro errore”.
Secondo Ravaglioli, comunque,”il fattore tempo è stato davvero un fattore determinante in questa campagna elettorale. Se torniamo alla primavera, il centrodestra sicuramente se la sarebbe potuta giocare. Perché? Il contesto in primavera era completamente aperto con una forte discussione all’interno del Partito Democratico. Quindi il fatto di determinare o candidare una persona qualificata, con delle possibilità di vincere, prima che si fosse sciolto il nodo all’interno del centrosinistra sicuramente sarebbe stato un notevole vantaggio”, spiega Ravaglio che aggiunge: “Se il centrodestra nel mese di maggio, o comunque prima della scelta del “Nazareno” tra la Petitti e Jamil, avesse prodotto una candidatura credibile non escludo che l’accordo tra Petitti e Jamil non si sarebbe trovato”. All’onorevole Morrone “ho ripetuto il fatto che noi dovevamo partire prima della scelta del Pd con una candidatura credibile. Questo non è stato fatto”, rbadisce Ravaglioli.
Secondo Ravaglioli, “uno degli errori, se non l’errore principale, dell’onorevole Morrore è stato quello di non pacificare il partito dopo le elezioni regionali 2020”. In quell’occasione si è avuta l’elezione di Matteo Montevecchi. “Montevecchi ha doppiato il candidato di Morrone su Rimini, rappresentando e introducendo nella Lega tutta una serie di mondi che finora erano rimasti lontani. Perché la gestione della Lega fatta dall’onorevole Morrone e dall’onorevole Raffaelli è stata la gestione di un partito settario, dove non si tendeva ad aprire il partito alla città, ma si tendeva a tenere il partito chiuso. L’elezione di Montevecchi da questo punto di vista ha scardinato questo meccanismo”. Anzichè pacificare il partito, con le elezioni comunali a Rimini “è stato fatto l’esatto contrario”.