(Rimini) Nella Provincia di Rimini sono operativi oltre 100 forni, in totale sono mille gli addetti. Attualmente si producono mediamente 9.000 quintali di pane al mese, circa 110.000 all’anno. Sono i dati resi nosti da Confartigianato in occasione del “World bread day” che si celebra in tutto il mondo domani. La Regione Emilia-Romagna fissa infatti al 16 ottobre di ogni anno la “Giornata del pane e dei prodotti da forno” per diffondere tra i cittadini, specialmente tra bambini e giovani, la consapevolezza della qualità del pane e dei prodotti da forno artigianali, sempre più importanti nell’ambito dell’alimentazione quotidiana, come riscontrato dai consumi anche durante il lockdown legato all’emergenza sanitaria.
“Sosteniamo i produttori – dice Davide Cupioli, Presidente di Confartigianato Imprese Rimini – in un momento in cui la concorrenza usa i valori del prodotto fresco e artigianale spesso in modo artificioso. Difendiamo quindi l’artigianalità, la freschezza e la qualità nutrizionale di pane e prodotti da forno, pienamente inseriti nelle più corrette abitudini alimentari”.
In queste settimane Confartigianato ha promosso i panifici associati utilizzando i propri canali social, valorizzando le imprese e le loro produzioni, dedicando loro trasmissioni televisive e nelle prossime settimane sarà organizzato un incontro nelle scuole cittadine proprio per testimoniare ai giovani il valore nutrizionale del pane. Non solo, il focus quest’anno è stato sulla necessità di manodopera nei laboratori.
“La figura del panettiere è legata ad un’immagine di lavoro notturno e di sacrificio – conclude Cupioli – È in realtà un lavoro appassionante, che chiede sacrificio come altre professioni, con la tecnologia che in questi anni aiuta la produzione. C’è un’offerta di lavoro troppo spesso ignorata, quindi rivolgo l’appello ai nostri giovani affinché si avvicinino con impegno e voglia di imparare a questo mestiere”.
La Regione Emilia-Romagna, per valorizzare la professionalità artigiana e garantire il diritto all’informazione del consumatore, ha disciplinato nel 2017 l’attività di produzione e vendita del pane.
Il 'pane fresco artigianale' deve essere venduto entro 24 ore dalla conclusione del processo produttivo in scaffali riservati e contrassegnati dalla dicitura “pane fresco”. Dunque, il pane cotto parzialmente, poi congelato per proseguire la cottura in un secondo momento, come quello che si trova quasi sempre nei supermercati, non è considerato fresco. Il consumatore sa, quindi, se sta mangiando pane artigianale o meno e, in tale caso, da dove proviene. Il settore della panificazione artigianale vale circa 7 miliardi di Euro. Sono 400.000 gli addetti, con 25.000 imprese che sfornano ognuna in media circa 100 Kg. di pane al giorno.