(Rimini) Sul podio resta Milano, con 4.866 denunce ogni 100mila abitanti nel 2020. Bologna con 4.636 denunce ogni 100mila abitanti prende il secondo gradino al posto di Rimini che scende al terzo con 4.603 denunce ogni 100mila abitanti. Puntuale come ogni anno arriva il tradizionale indice della criminalità delle province italiane, pubblicato dal quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’ sulla base delle denunce presentate.
Secondo il sindaco Jamil Sadegholvaad, "per i 25 Comuni della provincia di Rimini sono due gli elementi principali che emergono in relazione ai reati denunciati dell’anno 2020. Innanzitutto prosegue il sensibile calo delle denunce presentate rispetto all’anno precedente, che sebbene risenta senz’altro del lockdown e al decremento dei flussi turistici, rientra comunque in un trend che vede un costante calo dal 2013, anno in cui le denunce furono 26.741 contro le 15.642 della classifica odierna: sono 11 mila reati in meno, per un calo secco del 70,9 per cento. Rispetto a 20 anni fa siamo quasi a un dimezzamento. Ripeto, i dati assoluti sono condizionati dalla pandemia, ma già nel 2019, prima del Covid, le denunce erano scese sotto quota 20 mila, per la prima volta dal 2002".
Il secondo elemento che emerge dalla ricerca del Sole 24 Ore è che "la propensione alla denuncia - ancora più forte e sentita nelle province metropolitane del Centro e Nord Italia - e l’impatto statistico dei consistenti flussi turistici sul territorio restano i principali fattori che determinano la definizione della classifica. Se la propensione alla denuncia è segnale della fiducia del tessuto civico rispetto all’efficacia delle forze dell’ordine e delle istituzioni, l'importante peso dell’accoglienza turistica sull’area riminese si può leggere in controluce attraverso l’alta posizione in alcune tipologie di reati, per così dire predatori, tipici dei luoghi ad alta concentrazione di ospitalità e più ricchi. Un’attrattività che già la crisi economica precedente al Covid aveva accentuato".
Per l’anno pre-Covid (2019), il Sole 24 Ore aveva introdotto il calcolo della componente turistica. "Rimini si trova nella parte virtuosa di questa classifica ponderata (insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano), tra le province più sicure del Paese, e ribaltando la solita graduatoria assoluta, ma il ragionamento da fare non è semplicemente statistico. I territori e le città ad alta concentrazione turistica e di ospitalità sono ancora di più diventati attrattori per la capacità di creare ricchezza, anche e soprattutto in periodi di estrema difficoltà, sociale e economica, come l’anno della pandemia".
Due le considerazioni operative. "La prima: resta aperta come una ferita il mancato rafforzamento strutturale degli organici di polizia per una provincia come la nostra, a tutti gli effetti metropolitana. Un rafforzamento che deve essere strutturale, definitivo. Ed è per questo che spero e credo che gli impegni presi poco più di un mese fa, proprio a Rimini, dal Ministro Lamorgese in ordine a sede delle forze di Polizia e passaggio di categoria amministrativa della questura si concretizzino al più presto, senza dovere ancora una volta a polemiche, ultimatum, discussioni a diversi livelli istituzionali. Tra persone serie non c’è bisogno di alzare i toni, ma se fosse necessario non avremo remore a farlo, per il bene di comunità".
La seconda riflessione nasce dall’analisi "di quanto accaduto quest’estate, specie in alcune zone costiere anche della nostra provincia. C’è un evidente mutamento di alcuni fenomeni, primo tra tutti il fenomeno delle risse e delle violenze, legato a bande giovanili. Un fenomeno che trova conferma anche sul piano nazionale, di cui bisogna prenderne atto per poter mettere in campo le adeguate azioni di prevenzione e contrasto. E bisogna farlo per tempo perché, visto l’andamento altalenante dei numeri della pandemia in molti paesi europei, la prossima potrebbe essere un’estate molto simile a quella del 2021. La stessa azione preventiva, nei mesi apparentemente più tranquilli, deve avvenire anche sul versante del controllo e del monitoraggio di alcune situazioni territoriali, legate a strutture ricettive che danno ricovero a persone fuori dalla legalità”.