(Rimini) Nella settimana dal 25 al 31 ottobre sul territorio romagnolosi sono registrate 903 positività (3,1%) su un totale di 28.908 tamponi sulla popolazione residente. Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+68). Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da covid, che ci pone nel livello verde 2, ossia un livello di occupazione dei posti letto in malattie infettive maggiore del 70%. In totale sono ricoverati 90 pazienti, di cui 7 in terapia intensiva.
Nella provincia di Rimini si sono registrati 239 casi di positività su residenti, per un totale di 453 persone attualmente positive e per un totale di 251 nuovi positivi inclusi i non residenti. Non risultano nuovi focolai i residenze per anziani, mentre risultano nove classi in quarantena nelle scuole della provincia.
“Anche questa settimana - commenta Mattia Altini, direttore sanitario Asl Romagna - assistiamo sul territorio della Romagna ad un aumento delle positività. Un dato che conferma ancora una volta di più la necessità di non abbassare la guardia, in termini di misure di prevenzione da mantenere alte. Ma l’aspetto che ancora una volta vorrei mettere in evidenza, è l’importanza che la vaccinazione riveste per neutralizzare l’effetto del virus dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, o peggio ancora dalla necessità di finire nelle Terapie Intensive”.
I dati “evidenziano ancora una volta come anche in Romagna, il rischio di contrarre il virus per i non vaccinati sia di circa 3 volte maggiore rispetto ai vaccinati e 5 volte maggiore di essere ricoverati . Questi dati elaborati e ricavati da analisi di più lungo periodo, descrivono bene nero su bianco di cosa stiamo parlando. Ecco perché l’esortazione continua ad essere la stessa. Non siamo più nella fase in cui mancava il vaccino. Ora i vaccini ci sono e i tempi per effettuarlo veloci. Invitiamo quindi tutti i soggetti, invitati in questa fase alla vaccinazione, a non esitare o attendere. I mesi invernali che ci aspettano sono impegnativi dal punto di vista della circolazione del virus e soprattutto delle condizioni favorevoli per sviluppare l’infezione. Un invito preciso che rivolgo in primo luogo agli operatori sanitari, che hanno toccato direttamente con mano le conseguenze peggiori che il virus comporta”.