(Rimini) Nell'ambito degli eventi di "Rimini, il capodanno più lungo del mondo", torna la tradizionale Opera di Capodanno a inaugurare il 2022 dal palcoscenico del Teatro Galli. E quest'anno sarà la volta di "Don Pasquale", Dramma Buffo in tre Atti di Gaetano Donizetti su libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti, tratto dal dramma giocoso di Angelo Anelli "Ser Marcantonio" del 1810. La Prima rappresentazione si terrà sabato 1 gennaio nel consueto orario pomeridiano delle 17,30 e, a seguire, le date delle repliche sono: domenica 2 gennaio sempre alle ore 17,30; lunedì 3 e martedì 4 alle ore 20,30
L'Opera è un nuovo allestimento prodotto dal Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli APS e ha il patrocinio e il contributo del Comune di Rimini. Con la regia di Paolo Panizza, la direzione d'orchestra del M° Stefano Pecci, con l'Orchestra da Camera di Rimini e il Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli preparato dal M° Matteo Salvemini. L'opera è sottotitolata.
Presentata per la prima volta con successo nella Salle Ventadour del Théâtre-Italien di Parigi il 3 gennaio 1843 e il 17 aprile successivo al Teatro alla Scala di Milano, Don Pasquale è l'ultima delle opere buffe intese in senso tradizionale, chiude la gloriosa tradizione che aveva visto capolavori ancor oggi amati e molto ancora rappresentati, quali Il Barbiere di Siviglia, la Cenerentola di Rossini e l'Elisir d'amore dello stesso Donizetti, un titolo coinvolgente che racconta in un modo straordinario e sempre attuale lo scontro generazionale e mette in scena una storia che nella tradizione dell'Opera buffa prende a riferimento i personaggi della Commedia dell'arte.
"Si riparte. Ed è ancora più emozionante, perché l'attesa questa volta è stata doppia. E per festeggiare – annuncia Claudia Corbelli, presidente del Coro Galli-abbiamo scelto un'opera capace di far sorridere, un Dramma Buffo, adatto a rallegrare gli animi, trasportati dalle note e divertiti dalla vicenda. Perché sia di buon auspicio! Uno dei valori di questa produzione è il sodalizio artistico fra Coro Lirico città di Rimini Amintore Galli e Orchestra da Camera di Rimini; con particolare soddisfazione, infatti, evidenziamo la collaborazione con una stimata realtà del nostro territorio e con Stefano Pecci, suo direttore principale nonché cofondatore della formazione insieme a Marco Colombari, Matteo Metalli e Caterina Tonini. La collaborazione fra realtà artistiche dello stesso territorio è un interessante scambio culturale e un valore aggiunto nel quale il Coro Galli ha sempre creduto."
"Il Don Pasquale, capolavoro di un Donizetti già affermato a livello internazionale, maturo e ormai di stanza a Parigi, è un'opera molto raffinata e giocata dal compositore su diversi livelli. L'autore – spiega Paolo Panizza nelle note di regia - la definisce, nella partitura, "dramma buffo", ma essa va ben oltre l'opera di genere. Non più maschere di un meccanismo collaudato, ma veri e propri personaggi di un dramma borghese raccontato in chiave comica. Sia ben inteso che il buffo c'è e anche il divertimento è assicurato, ma esso è temperato da momenti romantici, drammaturgici e musicali, e da una raffinatezza di scrittura che inverte i nostri sentimenti, facendoci prima stare dalla parte degli ingannatori e poi da quella dell'ingannato. Il buffo, il comico, si trasformano pian piano in umorismo e il lieto fine non è da favola, ma da commedia agrodolce. A me ricorda il finale di Così fan tutte di Mozart, dove finisce tutto bene nel senso che la morale ci insegna ad accettare la nostra difettosa umanità, anche quella dei piccoli peccati dettati dalla testa, che invecchia molto spesso più tardi del corpo. L'allestimento di quest'anno, per intuizione del Coro Galli di Rimini, non avrà scenografie tradizionali, cioè costruite, ma un avvolgente mondo creato da proiezioni, permettendomi di raccontare questo capolavoro in forma tradizionale, a me cara quando ben reinterpretata, ma con un linguaggio visivo moderno; mischiando, come Donizetti amava, un genere collaudato con accenti contemporanei e vicini a chi ne goda. Viviamo in un mondo di schermi che spesso subiamo: la speranza è di trasformarli in veicoli di sogno e cultura, di gioia e anche spensierata riflessione. Il telecomando e il touch screen, questa volta, li lasciamo però rigorosamente alle immortali e deliziose note, suonate dal vivo, del Maestro Donizetti."