Delitto stazione, fermato 51enne: movente passionale

Giovedì, 23 Dicembre 2021

(Rimini) Gli agenti della questura di Rimini hanno fermato un 51enne filippino accusato dell'omicidio del connazionale Galileo Landicho. Il giardiniere 74enne era stato ucciso con un colpi di coltello alla gola in stazione a Rimini verso le 19 del 21 novembre scorso. "L'indagato, dopo essere stato fermato, ha ammesso le proprie responsabilità: il movente sarebbe legato alla moglie dell'omicida reo confesso che, a suo avviso, la vittima importunava", spiega l'agenzia Ansa

"Voglio esprimere un sentito ringraziamento a nome della città alla Polizia di Stato e alla Procura di Rimini per l'accurata e proficua attività di indagine che ha portato all'arresto nelle scorse ore del presunto autore dell'omicidio di Galileo Landicho, avvenuto lo scorso 21 novembre in zona stazione", commenta il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad.

Il delitto alla stazione è, sottolinea Sadeghilvaad, "un episodio che ha scosso la nostra comunità e che oggi assume contorni più chiari, un crimine a quanto pare dal movente passionale, grazie ad un'azione investigativa che ha registrato un punto di svolta anche grazie all'acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private installate nell'area, che hanno contribuito a definire l'evoluzione della grave vicenda e a risalire all'identificazione dei soggetti coinvolti". 

Le indagini, condotte dagli agenti della squadra mobile, si sono sviluppate a partire "da un’analisi minuziosa del profilo della vittima e della comunità di riferimento, attività questa che ha consentito di raccogliere una prima serie di dati rivelatisi poi utili nel prosieguo delle attività", spiegano dalla questura. Inoltre, "l’acquisizione e l’analisi massiva di numerose telecamere di videosorveglianza, effettuate senza sosta sin dai momenti immediatamente successivi al grave fatto di sangue, hanno consentito di ricostruire in maniera certosina tutte le fasi della vicenda, partendo dall’avvicinamento dell’omicida alla pensilina, passando per l’attesa del momento giusto per colpire, sino alla sua fuga a bordo di una bicicletta".

Tutto ciò "è stato possibile grazie ad un’intuizione degli agenti della squadra mobile, che hanno acquisito le immagini registrate dalle telecamere installate sui mezzi del trasporto pubblico in transito ed in sosta nella zona della stazione ferroviaria ed in quelle vicine. Tale attività ha consentito di registrare gli istanti immediatamente precedenti e successivi all’efferato delitto, consentendo altresì di individuare ulteriori telecamere poste lungo l’itinerario di fuga dell’omicida, ricostruire in toto il suo percorso e, quindi, giungere alla sua identificazione".

"Importante" è stato anche il contributo tecnico della polizia scientifica, che, "operando un’analisi ed una comparazione del complesso delle immagini acquisite, ha fornito ulteriori elementi a sostegno della ricostruzione dei fatti e dell’identificazione dell’indagato quale presunto autore dell’efferato delitto".