(Rimini) "Il 31 gennaio 2022 la colonia Bertazzoni verrà messa all’asta a partire da una base di 9 milioni di euro". Ne dànotizia la Fondazione cetacea, che alla colonia aveva la sua sede storica, dalla quale è stata sfrattata perché la struttura era stata definita inagibile dal comune. "Al di là di affermazioni, non supportate da fatti concreti, l’Amministrazione Tosi non ha trovato nel frattempo alcuna sistemazione alternativa per il Centro Recupero Tartarughe Marine di Fondazione Cetacea (l’ospedale delle tartarughe) che è presso la struttura da 13 anni".
L’Amministrazione comunale, "dopo aver dichiarato inagibile la struttura all’inizio dello scorso anno, ci aveva concesso di utilizzare la palazzina ex sede estiva della Polizia. Con grande dispendio di soldi ed energie nostre e dei nostri volontari, abbiamo trasferito strutture, arredi, materiale scientifico e animali in cura in quest’area. Trasferimento quasi ultimato. Abbiamo quindi richiesto all’Amministrazione di concederci in uso quest’area, almeno fino a quando non si trovasse una soluzione duratura. Ci è stato obiettato che l’Amministrazione non voleva scorporare l’area dalla vendita “perché il compratore non avrebbe interesse”, spiegano dalla Fondazione.
Quindi," ancora una volta, si prospetta un problema di “dove mettere” la Fondazione. Facciamo alcune ovvie considerazioni. Fondazione Cetacea non opera per lucro o per interesse speculativo per curare animali in via di estinzione che dovrebbero stare a cuore agli amministratori come a noi. Negli anni abbiamo dato lustro alla città di Riccione dandole visibilità in un ambito non scontato, quello che ha a cuore l’ambiente e cioè la stragrande maggioranza dei cittadini e dei turisti".
Fondazione Cetacea, "pur avendo vinto il bando per la concessione dell’ex delfinario di Rimini, come abbiamo sempre affermato, non vuole abbandonare Riccione. Già quando era stato decretato per la prima volta il nostro allontanamento dalla struttura l’Amministrazione aveva ricevuto, pare, più di tremila mail di protesta. Ma nemmeno questo pare sia servito".
A questo punto "ci corre l’obbligo di affermare che non possiamo e, soprattutto, non vogliamo, mettere a repentaglio la cura delle tartarughe marine, l’educazione ambientale, le nostre attività storiche in favore dell’ambiente qui a Riccione e quindi affermiamo di essere disponibili ad aprire una collaborazione con i privati che dovessero aggiudicarsi l’area vista la nostra impossibilità a lasciarla. In caso di mancata aggiudicazione però, anche in ragione dei prevedibili ritocchi al ribasso alle richieste da parte dell’Amministrazione, proporremo alla cittadinanza riccionese di esprimersi sul nostro progetto che, pur riducendo di meno del 10% l’area in vendita, consentirebbe alla città di mantenere il suo ospedale delle tartarughe".