(Rimini) “Viene segnalato che i dirigenti scolastici di molteplici scuole dell’Emilia-Romagna stiano erroneamente applicando lo strumento della sospensione dell’attività didattica in presenza e il meccanismo della quarantena”. Lo rende noto la referente della rete regionale Genitori per la scuola in presenza, Stefania Montebelli. “Il caso più frequente riguarda l’attivazione di quarantene con riferimento a casi di positività antecedenti di svariati giorni rispetto alle 48 ore che invece sono previste dalle normative relative alle nuove modalità di gestione dei casi di positività da Covid-19 in ambito scolastico. O ancora, la definizione dell’intervallo temporale entro il quale devono essere conteggiati i positivi di una classe che la norma stabilisce in dieci giorni, per cui la classe interessata dal succedersi di tre casi dovrà vedere sospesi esclusivamente degli alunni presenti nei 10 giorni dall’ultimo caso positivo (il terzo). Appare conseguentemente scontato che i soli destinatari della sospensione delle lezioni e della messa in quarantena anche in questi casi debbano essere sempre gli studenti presenti nelle 48 ore precedenti l’ultimo caso, e non gli studenti del gruppo classe assenti in quanto già in quarantena dal secondo caso”.
Le condizioni per la non riammissione a scuola nei tempi normati, ribadisce Montebelli, “sono in capo all’Asl, i Dirigenti scolastici dovrebbero limitarsi a comunicare alle famiglie i provvedimenti dell’Autorità sanitaria. Tra le segnalazioni ricevute e che ancora stanno arrivando, compaiono casi di Dirigenti scolastici che non attivano per gli studenti in isolamento, o il gruppo classe, o parte del gruppo classe in quarantena, la Didattica a distanza o la DDI come invece previsto dal Dl n.1 del 7 gennaio 2022, al verificarsi delle casistiche, pur in presenza dell’esito di tamponi di positività e di provvedimenti che Ausl stessa emette per la classe”.
Per Montebelli si tratta di “scelte arbitrarie che non solo sono violano il diritto costituzionale all’istruzione, ma vanno anche a contrastare con la ratio posta a fondamento di tutte le norme che punta a ‘coniugare l’imprescindibile esigenza sociale ed istituzionale della prosecuzione della didattica in presenza con il principio di assicurare la sicurezza sanitaria’”.