Shakespeare al teatro Galli, con il Re Lear di Mauri

Mercoledì, 02 Febbraio 2022

(Rimini) Cinquecento repliche. Tante sono le volte che Glauco Mauri, grande maestro del teatro italiano, ha impersonato Re Lear, uno dei 24 personaggi shakespeariani a cui ha dato vita nella sua lunga carriera artistica. Un'alchimia che si rinnova venerdì 4, sabato 5 (ore 21) e domenica 6 febbraio (ore 16) al Teatro Galli, nel nuovo allestimento che lo vede diretto da Andrea Baracco e affiancato sul palcoscenico da Roberto Sturno nei panni del conte di Gloucester.

"Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione – spiega Glauco Mauri, che porta in scena il dramma shakespeariano per la terza volta, dopo gli allestimenti del 1984 e del 1999 - - accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro. Ed eccomi qui, alla mia veneranda età, impersonare Lear. Mi sono sempre sentito non all'altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c'è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro".

"Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell'autore inglese, è che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall'ombra la rende così affascinante – aggiunge il regista Andrea Baracco - Nessuno dei personaggi è in grado di regnare, di assumersi l'onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare. I tormenti di Lear, di Gloucester, i turbamenti di Edgar, i desideri di Edmund, i tremori e i terrori delle tre figlie del Re, Cordelia, Goneril e Regan, attraggono da sempre perché la complessità e in alcuni casi la violenza che produce il conflitto generazionale è per forza di cose universale".