(Rimini) «Vi auguro di essere lievito di unità e fermento di santità, nella Chiesa e nel mondo. E ancora di essere punto luce e stimolo credibile e contagioso di speranza, la virtù di cui noi oggi abbiamo un forte particolare bisogno». Così il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, ha salutato ieri gli 850 riminesi presenti alle messa solenne che ha dato il la alle celebrazioni del centenario della nascito del servo di Dio, Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione, e ricordato il 40esimo anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Cl assieme al 17esimo anniversario della morte di don Giussani.
Presenti a San Giuseppe al porto “fratelli e sorelle”, come li ha chiamati il vescovo, della comunità di Cl di Rimini, responsabili e rappresentanti delle associaizoni laicali e dei movimenti della diocesi, le massime autorità civili e militari, tra cui il prefetto Giuseppe Forlenza, il questore Francesco De Cicco, la vicesindaca Chiara Bellini, l’Azione Cattolica con Manuel Mussoni, l’Apg23 con Isabella Ognibene (responsabile) e Stefano Vitali, i Focolari con Paolo Maroncelli, il Rinnovamento nello Spirito con Chiara Giannini, l’Agesci con Mario Paradisi, le Sorelle dell’Immacolata con la superiora suor Vittoria Putruele.
«Il vostro fondatore, il servo di Dio don Luigi Giussani, ha scritto: “Siamo qui per costruire la Chiesa secondo la spinta che lo Spirito ci ha dato, e che chiamiamo ‘movimento’, secondo l’obbedienza cioè l’ascolto allo Spirito di Cristo che l’autorità della Chiesa fa propria”. Per due volte, in poche righe don Giussani nomina lo Spirito di Cristo. Ecco come fa la Chiesa a resistere ad attachi e a contraccolpi delle forse degli Inferi, grazie alla potenza dello Spirito, non grazie ai nostri presunti meriti, agli sforzi di buona volontà», ha detto il vescovo dell’omelia. A concelebrare la cerimonia presieduta dal vescovo, i sacerdoti della comunità di Cl e diversi altri prelati, tra cui il vicario generale, don Maurizio Fabbri, il rettore del seminario don Paolo Donati, il fondatore e responsabile della comunità di Monte Tauro don Lanfranco Bellavista. La lettura del Vangelo è stata curata da Giorgio Pieri, respnsabile del servizio carceri di Apg23.
«Sono commosso perché posso dire che Don Giussani ha cambiato la mia vita e quella di molte persone qui presenti», ja detto nel suo saluto finale il responsabile diocesano di Cl, Cristian Lami. «È riaccaduto 2000 anni dopo, per tanti tra noi, lo stesso incontro che fecero Giovanni e Andrea i quali si sono imbattuti in Gesù e hanno sperimentato uno sguardo su loro stessi senza paragoni.
Questa è la grandezza dell’esperienza cristiana, un incontro che accade ora. Con questi amici, dentro alla storia di un popolo, posso dire di avere incontrato Cristo attraverso il carisma di don Giussani. Questo incontro così persuasivo e affascinante trae il suo valore, il suo contenuto, la sua consistenza da Gesù di Nazareth, che è vivo e presente». Sul finale, l’abbraccio commosso di Lami al vescovo Francesco, e la benedizione di Lambiasi a tutti i presenti.