(Rimini) “Gentile Sindaco di Cattolica, care Consigliere, cari Consiglieri, è un onore per me aver ricevuto la cittadinanza onoraria della vostra Città, che dunque da oggi sarà anche un po’ mia. Ringrazio dunque Voi e l’intero Consiglio Comunale per il conferimento di una onorificenza che istituisce fra noi un vincolo sentimentale oltre che democratico e civico”. Prende avvio con queste parole il testo della lettera che la Senatrice a vita, Liliana Segre, ha fatto recapitare nei giorni scorsi a Palazzo Mancini.
Il messaggio giunge a seguito della cittadinanza onoraria di Cattolica conferitale con voto unanime dal Consiglio Comunale nella seduta dello scorso 28 gennaio. “Purtroppo ragioni di età, di salute e di sicurezza – continua la Segre nella sua lettera - mi impediscono di essere presente in città come vorrei, ci tengo però a condividere con voi tutti quei sentimenti democratici ed antifascisti che storicamente sono appannaggio della Regione Emilia-Romagna. Certa che la comune cittadinanza renderà più saldi questi nostri valori e princìpi auguro alla vostra, anzi nostra, comunità un futuro di prosperità e di progresso morale e civile. Dopo un periodo come quello da cui stiamo faticosamente cercando di uscire e in una situazione internazionale segnata da una drammatica guerra in Europa, ne abbiamo tutti bisogno”.
“Grazie di nuovo a voi tutti, alle Istituzioni locali, alle ragazze e ai ragazzi di Cattolica e del territorio, ai miei nuovi Concittadini”, conclude la Segre. Per l’intera città di Cattolica un vero e grande onore quello di poter ascrivere nel registro dei cittadini onorari il nome di Liliana Segre. Il testo della Senatrice è stato letto dalla Sindaca Franca Foronchi in Consiglio Comunale, durante l’ultima seduta di venerdì scorso. “Un bel messaggio, ricco di valori etici e di umanità. Grazie Liliana Segre, siamo orgogliosi di dire che sei Cattolichina”, ha commentato la Foronchi interpretando il sentimento di tutta la comunità.
Il conferimento della cittadinanza onoraria alla Segre si inseriva all’interno delle iniziative volute per instaurare momenti di riflessione e dibattito attorno alla “Giornata della Memoria” del 27 gennaio. Nata a Milano nel 1930, all’età di 8 anni, in seguito all’entrata in vigore delle leggi per la difesa della razza, la Segre viene espulsa dalla scuola pubblica. A 13 anni finì ad Auschwitz, sopravvissuta all’Olocausto è testimone dell’orrore delle discriminazioni razziali e continua con impegno a diffondere la memoria “come condanna verso ogni manifestazione, passata ed odierna, di intolleranza, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”.