(Rimini) Durante il taovlo di coordinamento per ll'accoglienza dei profughi ucraini che si è svolto ieri in Prefettura a Rimini, il prefetto Giuseppe Forlenza ha ribadito "la necessità di registrare le persone accolte non solo allo scopo di conoscere la consistenza delle presenze sul territorio, ma anche per assolvere tutti quelli che sono gli obblighi legati ai profili sanitari e a quelli scolastici, per i quali vi è l’esigenza immediata di acquisire sia il dato anagrafico che un contatto telefonico di riferimento e il luogo preciso di accoglienza, ivi compresi gli eventuali spostamenti".
Forlenza ha inoltre rinnovato l’appello ai Comuni, "che hanno contezza delle presenze nell’ambito territoriale di competenza, di favorire una tempestiva e immediata registrazione di tutti, avvalendosi anche del prezioso apporto delle Polizie Municipali che contribuiscono a fornire il dato ai Carabinieri o, per il Comune capoluogo, alla Polizia di Stato". Al riguardo, il Questore ha precisato che "almeno i due terzi delle persone registrate non hanno attivato la richiesta di richiedente asilo, attesa l’aspirazione a rientrare nel proprio Paese non appena le condizioni lo consentano".
Il Prefetto ha, quindi, nuovamente evidenziato che "i canali ordinari attraverso i quali l’accoglienza viene finanziata da risorse pubbliche sono i centri di accoglienza straordinaria (Cas), con ampliamento delle possibilità per le associazioni che a suo tempo sono risultate essere aggiudicatarie del bando pubblico per la gestione dei migranti; il sistema di accoglienza e integrazione (Sai) finanziato dallo Stato e gestito dai Comuni che vi aderiscono o intendono farlo". PRevista poi la "stipula di una Convenzione tra Prefettura e Comune per una diretta gestione dei profughi anche attraverso le associazioni o i privati, ai sensi dell’art.15 della Legge 241/90 (schema pubblicato sul sito della Prefettura)".
Su quest’ultimo punto, in particolare, il Prefetto ha rinnovato l’invito agli Enti Locali "a stipulare la convenzione perché la rete dei Cas, per la quale la Prefettura sta compiendo ogni possibile sforzo per reperire posti disponibili, non potrà certamente soddisfare le richieste che verosimilmente cresceranno in maniera esponenziale. L’auspicio, peraltro, è che anche per l’accoglienza attualmente svolta in gran parte presso nuclei familiari, questi ultimi possano trovare sostegno attraverso un apposito provvedimento normativo".