(Rimini) Alla fine di febbraio, Rimini da capitale turismo e dell’ospitalità era balzata alla cronaca nazionale, per l’accoglienza dei primi profughi ucraini in Italia. Il tutto era avvenuto a seguito di una richiesta di una donna di origini ucraine domiciliata a Rimini, grazie a un albergatore che ha deciso di mettere a disposizione gratuitamente delle camera della propria struttura alberghiera. Il passaparola fa si che nel giro di una settimana giungessero in maniera autonoma altri rifugiati ed agli inizi di marzo la nostra città, grazie alla magnanimità di 4/5 albergatori e grazie alla operosità di tanti cittadini, contava più profughi ospitati di tutta l’intera Regione Emilia Romagna. Nel giro 5 giorni, essendo saturo il primo hotel occupato altri aderiscono alla iniziativa, e gli alberghi diventano 13, con a latere una macchina della solidarietà e di volontariato di persone singole senza precedenti.
Il racconto die primi giorni di Emergenza Ucraina a Rimini è a cura del consigliere comunale di Fratelli d'Italia Nicola Marcello, di Fratelli d'Italia che stasera in consiglio comunale interrogherà la giunta per consocere lo stato dell'arte e come mai la situazione sia andata deteriorando nel corso delle settimane. "In tale contesto in Regione osannavano l’accoglienza riminese, ma a livello locale cominciavano le solite “scaramucce” all’interno delle associazioni di categoria, come ai tempi dell’istituzione degli “ alberghi Covid” che il sottoscritto propose già il 20 marzo del 2020 e poi diffusi in tutta Italia", spiega.
"A distanza di 15 giorni, dalle prime accoglienze fatte a regola d’arte con controlli Asl adeguati dal punto di vista sanitario/ vaccinale e con flusso di dati rispondenti alle regole della Questura, in assenza di un piano Nazionale di accoglienza adeguato, alla pari della mancanza o inadeguatezza di un piano pandemico ad inizio 2020, cominciavano i primi incontri, tavoli tecnici e riunioni a vari livelli come se i profughi ucraini non ci fossero o dovessero arrivare a distanza di tempo, spiega Marcello.
La sera dell’11 marzo, "tuttavia , entra in azione la “ macchina delle Istituzioni” pare guidata dall’ assessorato Regionale competente, attraverso i cas. Alle 21 di sera, a modi operazioni militare, fatta in notturna in maniera strategica, dei pulmini di volontari si recano, ovviamente accompagnati dalle Forze di polizia che eseguivano giustamente ordini loro impartiti, per prelevare da un albergo di Rimini Nord dei profughi e portarli in una struttura di Misano Adriatico. Tutto ciò avviene, pare senza preavviso e nell’incredulità generale degli sfortunati cittadini ucraini sfuggiti dalle bombe e incappati nella nostra disorganizzazione. A tal proposito, pare che in un primo momento il trasferimento dovesse avvenire con un unico pullman , ma non si trovava alle 18 di sera un autista volontario munito di patente D con abilitazione professionale".
Questo "è un dato irrilevante, ma serve per capire, la gestione poco organizzata dell’operazione effettuata. Tutto il resto è storia recente. Il 26 marzo di mattina alle 7 le forze di polizia, sempre in esecuzione di ordini legittimi , si recano in un altro Hotel con il fine di prelevare da Rimini 400 persone da destinare in altre Regioni attraverso la protezione civile. “L’operazione” riesce in parte in quanto pare che appena 150 vengono trasferiti. Ma la cosa che ritengo grave dal punto di vista “della disorganizzazione nazionale ” è che alcuni di loro se ne tornano in maniera autonoma indietro in quanto le nuove sedi di collocazione ( in un'altra Regione) erano fredde , sporche , disabitate , con insetti circolanti e da qualche video addirittura appaiono operazioni di disinfestazione fatte nei corridoi o negli spazi comuni mentre gli occupanti erano chiusi nelle stanze".
Per fare chiarezza, Marcello vuole capire "quale “ruolo” ha giocato il sindaco e la Giunta del Comune di Rimini, a quanto ammonta giornalmente la retribuzione di un profugo gestito da uncas o di una comune associazione o famiglia che li tiene in strutture proprie, chi ha disposto lo spostamento e con quale criterio sono stati individuate le persone da spostare".
Più in generale Marcello domanda "quanti sono attualmente i profughi dimoranti nel Comune di Rimini e quanti gestiti dai as o strutture familiari e no-profit, se si parla di ancora 800 profughi accolti dopo un mese gratuitamente. Il Comune di Rimini quale supporto ha dato loro e come pensa di ospitarli qualora le strutture alberghiere decidessero di interrompere la loro opera di solidarietà che dura da un mese, quali opere di istruzione scolastica e sportiva sono state al momento avviate a favore dei ragazzi ucraini, ad opera di chi e con che costi. Sono fermamente favorevole all’inserimento sociale dei profughi ucraini ed ad una loro accoglienza istituzionale purché fatta nel rispetto dei diritti umani senza sminuire la dignità delle persone ed evitando che qualcuno possa lucrare sulla loro sventura" .