(Rimini) "Quello che ha affermato nel corso di un'intervista ad un TG regionale la Presidente di AIA-Federalberghi Rimini, Patrizia Rinaldis, sulla gestione dell'accoglienza dei profughi ucraini da parte di alcuni operatori del settore e cioè che avrebbero organizzato i trasporti dall'Ucraina, " appena è scoppiata la guerra", per sistemarli nelle stanze dei loro alberghi, così facendo intendere l'ottenimento di un beneficio dovuto al rimborso statale in maniera poco trasparente, lede il prestigio e il decoro degli onesti albergatori che fanno parte di Riviera Sicura e che per l'accoglienza hanno sacrificato soldi ed energie". Così in una nota l'associazione.
"Dal servizio andato in onda nella giornata di ieri sono state fatte insinuazioni gravi e sono state mosse infondate accuse nei confronti dell'associazione. Ma la risposta di Riviera Sicura non si è fatta attendere. Il presidente Giosué Salomone ha presentato, tramite il proprio legale, una querela per diffamazione aggravata (art.595 del Codice Penale che prevede fino a 6 anni di reclusione) nei confronti di Patrizia Rinaldis presso la Procura della Repubblica di Rimini e di chi verrà ritenuto responsabile per il contenuto del servizio andato in onda sul canale pubblico", ribadisce la nota alla stampa.
"Quelle che abbiamo sentito sono parole di una gravità inaudita – dichiara il presidente di Riviera Sicura Giosuè Salomone – che non trovano alcun riscontro nella realtà. Veniamo citati in un servizio televisivo in cui si parla di organizzare viaggi verso l'Ucraina per portare i rifugiati nei nostri alberghi, di rispetto della legalità e del pericolo di infiltrazioni criminali. Argomenti che associati tra di loro gettano inevitabilmente discredito sulla nostra realtà imprenditoriale. Viene fatto passare il messaggio che i nostri alberghi lavorano illecitamente e lucrano sulle disgrazie dei rifugiati. Si tratta di dichiarazioni lesive non solo per la nostra associazione, ma per la categoria tutta che lei stessa rappresenta e per il territorio riminese. E' un fatto gravissimo su cui non possiamo non chiedere alla magistratura di intervenire per valutarne la portata offensiva. Basta aver seguito, anche superficialmente, come sono arrivati i rifugiati e come arrivano anche oggi per comprendere facilmente quante falsità sono state pronunciate da persone evidentemente in crisi da assenza dal palcoscenico. Solo chi non vive la realtà locale, può anche lontanamente sostenere una "complicità" degli albergatori nei flussi di Ucraini verso Rimini. Basterebbe saper contare: una comunità ucraina di 5.000 persone ucraine residenti a Rimini quanti amici e parenti potrà avere che scappano dal loro paese in guerra? Non serve un genio per dare la risposta. Siamo allibiti da tanta pochezza ".
In realtà "proprio AIA-Federalberghi Rimini già ad inizio marzo aveva candidato, ben prima di Riviera Sicura, i propri alberghi aderenti all'accoglienza dei rifugiati, invitando i loro associati a dare disponibilità, ma solo per accoglienza remunerata da parte dello Stato. In tanti gli albergatori aderenti a Federalberghi che, avendo ben seguito le vicende dell'accoglienza in Romagna, hanno preso le distanze dalle dichiarazioni della Rinaldis nelle ore immediatamente successive alle dichiarazioni elogiando e difendendo l'operato di Riviera Sicura", conclude la nota.