(Rimini) Una folla composta di oltre un migliaio di persone ha preso parte all’iniziativa organizzata dalla Diocesi di Rimini, venerdì 1 aprile dalle ore 20,30, dal titolo. “Cristiani in Preghiera. Pace in Ucraina”. Un gesto semplice, ma carico di umanità e fratellanza, per testimoniare vicinanza ai fratelli ucraini colpiti dalla guerra e pregare Dio perché cessi la violenza e possa risuonare solo il frastuono della pace. Bambini in carrozzina, ragazzi, giovani, adulti e anziani: questo gesto di popolo ha radunato una folla all’Arco d’Augusto, che poi si è diretta in processione con fiaccolata fino alla Cattedrale.
Trasmessa in diretta da IcaroTv, “Cristiani in Preghiera. Pace in Ucraina” si è aperta con lo scambio della pace proposto per ben due volte dal Vescovo di Rimini, mons. Francesco: “La pace sia con voi”. Mario Galasso, direttore della Caritas diocesana, ha tenuto l’intervento iniziale, la cui parola chiave è stata “Insieme”.
“Trovarsi insieme in questa occasione significa essere meno soli, isolati, preoccupati. Insieme si trova e si costruisce la speranza. Insieme siamo artigiani di relazioni, di fraternità e di Pace. Insieme significa rispondere ‘Sorella, fratello, siamo qui per te. Siamo qui per la pace’ – ha detto Galasso - Pregare per la pace è il nostro modo per essere solidali e uniti".
Ora e qui, "è importantissimo affidarsi a Dio. Perché Dio vuole la Pace, in nessun caso la guerra. Una preghiera pubblica come la nostra è un appello alla coscienza di tutti coloro hanno il potere sulla guerra e sulla pace, un invito a purificare le loro coscienze, perché non abbiano pensieri di guerra, ma di pace.
La preghiera per la pace è un segno di solidarietà con tutti coloro che soffrono, che vivono dentro la tragedia più grande e sono costretti a lasciare le loro famiglie, le loro case, per sopravvivere. La preghiera è un segno per queste persone, gli fa capire loro di non essere soli. C'è chi pensa a loro e prega per loro. Sorella, fratello, siamo qui per te. Sono e siamo qui per la pace”.
La prima testimonianza è stata quella di Olga Kramha, rifugiata a Rimini dall’Ucraina insieme al figlio minore. In patria ha lasciato il marito militare e la figlia in servizio in Polizia, oltre a fratello e nipoti. "L’invasione da parte della Russia ha portato a una guerra terribile. Milioni di persone in fila, la tua vita in uno zaino e fuggi dal paese. Voglio che gli italiani lo sappiano che gli ucraini vogliono vivere in pace, siamo una nazione che non attacca nessuno, vogliamo vivere in pace…
Voglio ringraziare tutti gli italiani, governo, comune, chiese che aiutano, che supportano l’ospitalità per i nostri profughi ucraini. Voglio ringraziare i sacerdoti e le suore italiani che ogni giorno pregano per gli ucraini, e per la pace nel mondo”.
Maria Grazia è una donna riminese, moglie e mamma che ha accolto nella propria famiglia alcuni rifugiati ucraini. “La preghiera per la pace speciale per l’Ucraina, ci fa sentire uniti e vicini a tutti coloro che hanno vissuto e vivono ogni giorno lo stesso dolore e spesso, giunti ai confini dell’Europa, trovano le porte chiuse per la nostra indifferenza. I bambini e gli innamorati ci salveranno ci hanno raccontato; ed è vero. Chiediamo al Signore di tornare a casa questa sera ancora più innamorati della vita, della pace, e del futuro”.
“Pace in Ucraina” è proseguita con una fiaccolata per Corso d’Augusto, piazza Tre Martiri, via IV Novembre fino alla Basilica Cattedrale, collegando così due luoghi simbolo della città di Rimini. Il percorso del corteo è stato accompagnato dai canti del Coro ecumenico internazionale San Nicola, diretto da Guja Valmaggi, e dalle litanie dei santi intonate dal rettore della Cattedrale, don Giuseppe Tognacci.
In Cattedrale si è svolta una celebrazione semplice di preghiera presieduta dal Vescovo Francesco. Accompagnata dai canti del Coro, ha previsto letture bibliche (lette da persone ucraine e russe), invocazioni, e un suggestivo minuto di silenzio, nella Cattedrale al buio, con il solo Crocifisso di Giotto illuminato. A questo punto il Vescovo Francesco ha recitato la “Preghiera al Crocifisso-Risorto”, scritta per l’occasione (e successivamente distribuita a tutti i presenti, con traduzione anche in lingua ucraina), una “preghiera per la pace”.
“Noi lo abbiamo appreso: non ti può comprendere chi semina la discordia, non ti può accogliere chi tesse losche trame di disumana violenza… Di fronte al mare di orrore, noi confessiamo il nostro peccato. Signore Gesù, permettici l’ardire di pregarti per quanti si sono macchiati della guerra in Ucraina e delle tante, troppe guerre che insanguinano il mondo”. “Prendiamo dal Coro la nota giusta per un canto che possa spegnere il rumore della guerra” ha detto in conclusione il Vescovo, che poi ha invitato tutti i presenti che affollavano il Duomo ad “un applauso in grado di cancellare il frastuono dei conflitti”.