(Rimini) I toni di questa campagna elettorale da parte dell'amministrazione uscente sono diventati inevitabilmente offensivi, prevaricanti.
Cattivi. Con un racconto politico che guarda all'insulto personale, ad un passato livoroso e non dà spazio a quella che dovrebbe essere la Riccione del futuro.
Renata Tosi mi chiama: "La candidata del PD".
Come se fosse un'offesa.
E nella sua testa è un'offesa.
Perché, per Renata Tosi, essere a disposizione di qualcuno è un'offesa.
Io sono la candidata del PD.
E sono la candidata di 2030 Riccione.
E di Coraggiosa.
Di Riccione col Cuore.
Del MoVimento.
E di Uniamo.
E sono la candidata di Francesco, il ragazzo appena uscito dall'istituto alberghiero che affronta per la prima volta la stagione in città.
O di Elisa, mamma single che ha perso il lavoro dopo il covid e sta cercando di capire come portare avanti la sua vita tra un part time e l'altro.
O di Ivan, pensionato disabile, che non riesce a raggiungere l'ospedale per alcune visite di routine perché il marciapiede di via Formia è completamente dissestato e costituisce un vero pericolo.
O di Silvia, imprenditrice turistica, che vorrebbe un'area portuale rigenerata, senza strutture abbandonate e rivitalizzata al meglio per rendere il porto la nostra porta sul mare.
Sono la tua candidata, che mi leggi in questo momento.
Che tu mi voti o non mi voti, io sono comunque a tua disposizione, al tuo servizio.
La politica è al servizio della cittadinanza.
E, lasciami aggiungere, della speranza.
Ma Renata Tosi in tutti questi anni non è riuscita a capirlo.
Renata Tosi è sempre stata solo la candidata di Renata Tosi.
Ha sempre visto Riccione come una sua proprietà. Pensa che tutto e tutti siano una sua proprietà.
E per questo pretende di definire i ruoli di tutti.
E per questo pretende di definire anche il mio, chiamandomi "la candidata del PD".
Non vorrei essere mai in Stefano Caldari, e correre il rischio che qualcuno mi chiami "il candidato di Renata Tosi".
Perché mentre Riccione il 12 giugno potrà scegliere di non essere più di Renata Tosi, lui potrebbe non riuscire mai a farlo.
Daniela Angelini