(Rimini) "Dopo il proficuo e cortese incontro di presentazione avuto con il Sindaco Sadegholvaad, confermiamo l'assoluta disponibilità ad aprire un tavolo di confronto che, oltre a favorire la creazione di importanti opportunità di business e di lavoro, possa portare la città di Rimini a dotarsi di un progetto di riqualificazione e rigenerazione urbana caratterizzato dai più alti standard a livello europeo”. Così in una nota Ariminum sviluppo immobiliare (Asi), nuovi proprietari della zona della ex nuova questura di Rimini, in via Bassi: 58.000 metri quadri in totale.
Sono 13.500, i metri quadrati di intervento privato e 43.150 di pubblico (7.750 di edilizia publica e sociale, 12.500 di servizi per i giovani con asilo, studentato, biblioteca e la nuova sede della facoltà di scienze motorie, 13.100 di parchi, giardini, percorsi pedonali e piazze, 9.800 di parcheggi pubblici). La parte privata prevede residenziale (circa una novantina di appartamenti mediamente di 80 metri quadri), commercio e ristorazione (con tabaccheria, farmacia, lavanderia e negozi di servizio), una media superficie destinata alla grande distribuzione.
Il costo finale dell’operazione, se andrà in porto, è di 25 o 26 milioni per una prima fase comprensica di costo d’acquisto (15 milioni circa) e costi di urbanizzazione. Successivamente, in una seconda fase si passerà alla realizzazioni dei fabbricati (ex novo, l’edificio esistente, putroppo in malora, verrà abbattuto) tra i 40 e i 60 milioni di euro. Ariminum si è dichiarata disponibile e cedere gratuitamente sia i terreni dove sorgerà l’edilizia residenziale pubblica e sociale, sia dove si prevede l’eventuale nuova facoltà. “Abbiamo studiato i bisogni di Rimini. Sappiamo che Scienze motorie cerca una nuova sede e che il numero degli alloggi per studenti è scarso”, spiega l’architetto Leonardo Cavalli, che ha firmato il progetto.
Il nodo è quello dei tempi. “Abbiamo proposto al comune un accordo di programma. Si tratta di un accordo tra pubblico e privato sulla strada da seguire per la rigenerazione dell’area da raggiungere in 15 mesi al massimo, in modo da arrivare all’opera definitiva entro tre anni. E’ uno strumento caldeggiato dalla regione, che ha approvato una legge apposta, con l’obiettivo di favorire le amministrazioni nella rigenerazione dei quartieri che ne necessitano. Nel nostra caso, per esempio, non si può parlare di un lotto qualsiasi. C’è un edificio in forte degrado che ospita situazioni di microcriminalità e rende tutta la zona poco sicura”, spiega Marco Da Dalto, responsabile del progetto.
Proprio sull’utilizzo dello strumento urbanistico ci sarabbero problemi con il comune, che preferirebbe passare per il piano urbanistico generale. “Significherebbe aspettare tra gli 8 e i 10 anni prima di vedere il progetto realizzato. Non è giusto che quell’area resti nel degrado tutto questo tempo. Non è giusto che i progetti di edilizia pubblica e sociale vengano alla luce in una zona poco sicura”, sottolinea Da Dalto.
Un problema di etichetta. C’è chi pensa anche che il problema reale sia l’inserimento nel progetto del nuovo supermercato. Non tanto perché di supermercati ce ne sono già tanti, ma anche perchè si tratterebbe dell’ingresso della milanese Esselunga nella rossa Romagna. “L’insegna che si appenderà sopra la porta ancora non la conosciamo”, chiarisce subito Da Dalto. “Quella del supermercato è una funzione che ci garantisce un equilibrio tra publico e privato, per cui il privato diventa in grado di sostenere le spese per realizzare completamente la parte pubblica che gli spetta”.
Il nuovo quartiere sarà “a misura di pedone”, sottolinea l’architetto Cavalli, e all’insegna della sostenibilità. Rimini Life, questo il nome, che un po’ ricorda il più noto City life di Milano, ma che a Rimini non prevede la costruzione di grattacieli, “sarà un quartiere-parco, nel quale il verde sarà al centro della distribuzione dei volumi e guidato da una strategia green rispetto ai consumi energetici e alle strategie di mobilità. Le aree di parcheggio si innesteranno in maniera armonica nel disegno del verde, e rappresenteranno degli hub di interscambio multimodale (auto - bus urbani - mezzi per la mobilità dolce come bici, e-bike, monopattini, incentivando gli strumenti di sharing ed elettrici per gli spostamenti interurbani e periurbani)”. Fotovoltaico e geotermico saranno fonti privilegiate di produzione energetica a uso delle funzioni dell'area, mentre le coperture verdi degli edifici, il parco e la diffusa presenza di vegetazione sia presso gli edifici che lungo gli assi viari contribuiranno a minimizzare l'impatto generale, “limitando sia l’effetto urbano dell’isola di calore, sia quello delle bombe d’acque, fattori sempre più diffusi per dei cambiamenti climatici”, spiega Cavalli.
Adesso la palla è nelle mani del sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad. “Abbiamo avuto la percezione di un’amministrazione intelligente, attenta, che ha a cuore l’interesse della città, per questo confidiamo in un esito positivo rispetto alla nostra proposta”, conclude Da Dalto. Ma il comune procede con i piedi di piombo, nell'ottica che le proposte urbanistiche debbano essere vagliate nei percorsi e nei luoghi proceduralmente definiti. Una rigenerazione complessiva, secondo le intenzioni dell'amministrazione, dovrebbe rientrare nell’ambito dei ragionamenti del nuovo Piano urbanistico generale, pug, ribadiscono voci da palazzo Garampi, che sarà definito entro il mandato amministrativo, così come previsto dalle linee programmatiche di mandato.
Nelle scelte sulla ex nuova questura, ciò che conterà per palazzo Garampi, sarà come le proposte sul'area andranno ad armonizzarsi e a rispondere alle esigenze dei cittadini, coinvolti già dal mese di maggio, in un progetto di ascolto e di ‘pianificazione partecipata’ che nelle prossime settimane sarà sintetizzato in un documento che la giunta valuterà come ‘masterplan di comunità’ per accompagnare la rigenerazione di quell’area. L'obietivo di partenza non può essere il motore commerciale, ha già in precedenza ribadito il sindaco Sadeghilvaad.