(Rimini) Palazzo Lettimi, il Ministero per i Beni e le attività Culturali non ha concesso parere favorevole al progetto di realizzazione degli alloggi agli studenti universitari proposto dal comune di Rimini, con l'approvazione dell'Università di Bologna. E' quanto ha risposto l'assessora Chiara Bellini al cosigliere comunale di Fratelli d'Italia, che in maggio aveva presentato un'interrogazione sul tema.
L’Amministrazione Comunale aveva approvato,nel 2017,la cessione del diritto d’uso gratuito e perpetuo del palazzo Lettimi all’Università di Bologna, per la sua ristrutturazione in alloggi universitari, subordinata alla verifica dell’interesse culturale del Ministero dei Beni Culturali. già allora Renzi si era manifestato contrario al progetto, "perchè non prevedeva alcun recupero, restauro, né una destinazione compatibile con la storia e la bellezza architettonica di palazzo Lettimi e con la preesistenza archeologica dell’antico teatro romano, come è stato confermato successivamente dal Ministero".
Palazzo Lettimi è stato uno dei palazzi più belli di epoca rinascimentale, risalente al 1508, di proprietà delle famiglie patrizie, Maschi-Marcheselli-Lettimi, succedutesi nei secoli; fu donato dal Conte Giovanni Lettimi, insigne pianista, nel 1902 al Comune di Rimini, con il vincolo di destinazione a Scuole Musicali. Il palazzo venne distrutto dai bombardamenti anglo-americani del 28-29-30 Dicembre 1943. Dopo le bombe, per altri 30 anni, fino agli anni 70, "le Amministrazioni Comunali, come risulta dalle fotografie storiche, hanno continuato a demolire altri muri del Palazzo, invece di consolidarli, recuperarli, salvarli, a cui sono seguite le spogliazioni, solo alcune finite nei depositi comunali", sotiene Renzi.
"Il Palazzo è stato trattato come un rudere da eliminare, senza alcun riguardo al testamento di Giovanni Lettimi: ”Voglio che il mio Palazzo resti sempre di proprietà comunale, nè mai si spogli dei suoi pregi artistici” per sottolineare il lascito non solo materiale ma soprattutto culturale. Ricordo che fra i ruderi di questa costruzione rinascimentale, nel corso degli anni a seguire, installò lo studio, il noto scultore riminese, Elio Morri, che continuò a lavorare fino alla fine (1992), mentre dalla parte opposta ci fu l’ampliamento dell’allora ristorante Pic Nic".
Solo, grazie ad un protocollo d’intesa tra l’Università degli studi di Bologna e il Comune di Rimini, sottoscritto il 31/10/2000, si prospettò la ricostruzione del Palazzo Lettimi, come sede di rappresentanza e presidenza dell’Università di Rimini; "intesa che però non ebbe seguito. Così è continuato lo stato di degrado e incuria di Palazzo Lettimi, nel cuore della città, come evidenziano le condizioni delle cornici marmoree con pregevoli sculture di delfini, attorno alle finestre, invase dalle erbe infestanti dall’interno, il portale del palazzo con formelle in pietra d’Istria con la rosa quadripetala malatestiana, e la caduta frequente di pezzi murari della facciata esterna del Palazzo sulla via Tempio Malatestiano".
Per questo," negli ultimi dieci anni, sono intervenuto ripetutamente, con interrogazioni(3) e mozioni consigliari, per chiedere un progetto filologico di ricostruzione di Palazzo Lettimi e di valorizzazione dei resti del preesistente teatro romano. E’ possibile il progetto filologico di ricostruzione del Palazzo Lettimi, come avvenuto per il Teatro Poletti; sono infatti disponibili tavole, planimetrie, foto d’epoca, sulla storia di costruzione e distruzione del Palazzo, grazie a 7 anni di ricerca del Prof. Marco Musmeci (attuale Dirigente del Ministero della Cultura), oggetto della propria tesi di laurea in Architettura (libro acquistato dall’Amministrazione Comunale di Rimini il 13/05/1997). Dopo oltre 75 anni dalle distruzioni della guerra, chiediamo all’Amministrazione Comunale, di avviare urgentemente il recupero dal degrado e dall’abbandono di tale Bene Culturale, proponiamo la ricostruzione filologica, per la restituzione del Palazzo Lettimi al suo antico prestigio architettonico e la valorizzazione contestuale dei resti del Teatro Romano".