(Rimini) La Valmarecchia come la Loira? Le rocche come i castelli? La suggestione è offerta dallo storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa in ocasione della presentazione delle iniziative per i trent’anni della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, un compleanno che la Fondazione non nasconde di festeggiare on il desiderio di trovarsi all’inizio di un altro trentennio da protagonista nella promozione dei luoghi del territorio proponendo progetti per valorizzare il patrimonio storico artistico.
“La Fondazione vive per sostenere lo sviluppo del territorio e questo è stato il filo conduttore del lavoro compiuto dal 1992 ad oggi. Un lavoro che ha contribuito, assieme ad altri, a cambiare Rimini. Ma il passato serve unicamente per gettare le basi di una nuova proiezione: come sarà il nostro territorio nei prossimi anni? Quali bisogni avrà? Come potrà continuare a crescere nei profondi mutamenti di contesto in atto? Servono soprattutto soggetti disponibili a interpretare e assecondare responsabilmente i processi di cambiamento necessari per scrivere nuove pagine della storia di questo territorio. La Fondazione intende continuare ad essere uno di tali soggetti, apportando il proprio patrimonio di idee, progetti, risorse, capacità di fare squadra”, ha spiegato il presidente Mauro Ioli presentando le iniziative in programma per i festeggiamenti.
Dal 1992 ad oggi la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini ha compiuto oltre 3.300 interventi a favore di 920 soggetti pubblici e privati, investendo più di 100 milioni di euro. Le risorse investite sono andate per il 29% al settore dell’arte e cultura, per il 28% all’ambito del sociale e della solidarietà, per il 26% all’area educativo formativa, per il 17% al settore dello sviluppo. Fra gli interventi di rilievo: il restauro del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo, l’acquisizione di opere d’arte in particolare del Trecento Riminese, il sostegno per la nascita del Campus di Rimini dell’Università di Bologna, oltre alle grandi mostre d’arte che si sono succedute negli anni addietro.
Al convegno di questo pomeriggio, parteciperanno l’economista Stefano Zamagni e dello storico dell’arte Giovanni Carlo Federico Villa, entrambi soci della Fondazione. “Per il futuro della Fondazione - anticipa Zamagni - auspico un ruolo che superi le stagioni nelle quali ha svolto una funzione sostanzialmente erogativa, scegliendo con criteri di meritorietà gli ambiti da sostenere, per accedere ad una identità più operativa, co-programmando e co-progettando azioni utili allo sviluppo locale. La Fondazione dei prossimi 30 anni può svolgere pienamente una funzione di collegamento per favorire la realizzazione di ciò che altri, da soli, non potrebbero realizzare. Può essere una guida, un soggetto aggregatore e capace, in sintonia con i principi fondanti del Piano Strategico”.
Villa ricorda che nei “suoi trent’anni di vita, la Fondazione ha investito nella “politica dei beni culturali” circa il 29% dei propri stanziamenti per l’attività istituzionale”. Rimini, “facendo perno sulle sue vie consolari romane, non può guardare solo al mare, avendo uno stupefacente entroterra, sintesi eccelsa della Storia d’Italia. La Fondazione, conscia di questa dicotomia e attenta a intervenire sull’asse costiero, ma anche sulla via del Marecchia con interventi che da strutturali sono divenuti di precisa riflessione, ha definito in maniera concreta ed esemplare gli obiettivi di pubblica utilità che devono presiedere l’attività di una Fondazione per un territorio che va ora tutelato e valorizzato in forma integrata, ricco della bellezza dei paesaggi dei borghi storici e delle loro comunità”.
Dopo il convegno di questa sera, il prossimo appuntamento in calendario è fissato per il 16 novembre, quando sarà inaugurata una quadreria con 50 opere della collezione della Fondazione finora mai esposte al pubblico. “In tal modo, la collezione dei dipinti della Fondazione si articolerà in due sedi: quella storica al Museo della Città Tonini, con preziose opere dal Trecento al Seicento, e quella in corso di allestimento a Palazzo Buonadrata che presenterà tele di varia epoca, dal cinquecento ai giorni nostri”, spiegano dalla Fondazione.
A proposito della collezione del Trecento Riminese ospitata nelle sale del museo Tonini, Ioli spiega di essere al lavoro per “una nuova ipotesi di convenzione tra la Fondazione e il Comune di Rimini per la cessione di utilizzo gratuito delle nostre opere d’arte che sono depositate da sempre al museo civico. In questo contesto certo manterremo la nostra disponiblità e la nostra completa e gratuita iniziativa a mantenere le nostre opere d’arte nel museo”. la nuova convenzione dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi. L’intento e la volontà è quella di rilanciare nuovamente questa nostra disponibilità culturale con il comune di Rimini e con tutti gli altri soggetti che fanno cultura sul territorio”.