(Rimini) "Il Pnrr è stato pensato due anni fa e le condizioni oggi sono mutate, pensiamo solo ai costi per le costruzioni. Stiamo valutando se le case di comunità siano la risposta giusta per il territorio". L'assessore Kristian Gianfeda riprende le parole riportate oggi dalla stampa del neo ministro alla salute Orazio Schillaci che "mette in discussione (o, usando le sue parole, apre "una riflessione attenta") sul progetto delle case di comunità, ritenuto fino ad oggi un architrave del programma nazionale di sviluppo del sistema sanitario territoriale, così come dettagliato anche nel decreto del Ministero che risale solo alla scorsa primavera". Il progetto, ricorda Gianfreda è "orientato al potenziamento della medicina di prossimità, che si poggia anche sulle esperienze maturate negli ultimi difficili anni di gestione della pandemia, durante la quale sono venute alla luce tanto le eccellenze quanto le criticità del sistema sanitario pubblico italiano. L'obiettivo delle case di comunità è quello di dare ai cittadini spazi fisici di riferimento dove poter accedere ai servizi di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale nell'ottica di una visione olistica di benessere, andando così a creare presidi di prossimità sul territorio in raccordo con le altre infrastrutture sanitarie".
E' un percorso "che il nostro territorio aveva già identificato e iniziato a percorrere ben prima del Covid, in un rapporto tra Comune, Azienda Sanitaria e l'Università di Bologna, ed è per questo che non ci siamo fatti cogliere impreparati nel momento in cui si è aperta l'opportunità del Pnrr. A Rimini le case della Comunità non sono sulla carta, ma sono progetti in fase di realizzazione: la prima struttura in via Settembrini è un cantiere in corso, con il primo mattone posato nel marzo scorso. L'iter è avviato anche per gli altri due presidi previsti: è stata individuata la sede per la casa della comunità di Rimini nord, nell'area di proprietà comunale di via Matteini/Padre Igino Lega, mentre solo poche settimane fa è uscito l'avviso esplorativo per individuare chi realizzerà il presidio di Rimini sud, a Miramare. Dunque, mentre si parla di "valutare" e "riflettere", ci sono territori che hanno messo da parte le parole per passare ai fatti. Che hanno prodotto una pianificazione del territorio per individuare la localizzazione delle strutture, che hanno avviato gare d'appalto, che hanno iniziato a costruire. Ci sono in ballo miliardi di euro di investimento che rischiano di saltare, ma soprattutto rischia di andare in fumo il frutto di un lavoro partecipativo che ci ha riconsegnato la necessità di concretizzare un nuovo modello sanitario capace di dare risposte più puntuali ai nuovi bisogni dei cittadini".