Pd battuto (grillini presto sindaci): democratici a congresso. Aeradria: Masini riconfermato fino ad agosto (nonostante emendamento comune Rimini)
Elezioni, pagine e pagine sui quotidiani locali analizzano il 'fenomeno grillini'. Su ilRestodelCarlino (p.2) l’ex consigliere comunale Daniele Arduini racconta come si è entrati pian pianino nei comuni (e nei cuori degli elettori) negli ultimi anni in Valconca. Già molto preoccupati sono il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e il presidente della Provincia Stefano Vitali, del Pd (p.2) e anche il sindaco di Riccione Massimo Pironi (p.3). “l’analisi di Gnassi e Vitali sullo ‘tsunami Grillo’ abbattutosi sul Pd è lucidissima. «Il Pd nel territorio riminese ottiene il 29,9%, la percentuale più bassa in Emilia Romagna, di oltre 7 punti inferiore alla media regionale. Di converso il M5S assomma la percentuale più alta in regione: 30,6% contro una media del 24,6%. Nel capoluogo di Rimini i 25.308 voti ottenuti dal M5S scaturiscono quasi matematicamente dalla somma di quelli persi in 5 anni, dal Pd (-10.009) e Pdl (-14.808)». E’ «un’emorragia di consensi che esprime un giudizio negativo sul Pd nazionale e locale — continua Vitali — A Rimini è venuto a mancare il radicamento del partito nel territorio»”.
Una storia, quella dei grillini riminesi, nata (strano, ma vero) in una parrocchia. “Sono passati quasi otto anni da quando si riunivano, «una decina appena se andava bene», nella sala della parrocchia Giovanni Battista, in via XX Settembre. Un stanza di una quindicina di metri quadri, la loro sede precaria in quella estate del 2005, da dove erano stati invitati ad andare via dopo il primo Vaffa Day. «Il prete non aveva gradito», raccontano adesso i fondatori del Meet up Movimento 5 Stelle di Rimini, considerati a lungo una sorta di «movimento carbonaro, dileggiati da tutti e costretti a girare di posto in posto per trovare chi ci ospitasse». La memoria corre veloce: Carlo Mariani, considerato il fondatore assoluto assieme a Luca Ricci, ricorda quei tempi pionieristici col sorriso”, CorriereRomagna (p.5). In prima il direttore del Corriere avverte: “C’è poco da stupirsi del risultato del Movimento 5 Stelle. Nell’ultimo anno Monti si è concentrato sui conti dello Stato ma la casta politico-economica italiana ha mantenuto i privilegi. I sacrifici sono andati a colpire soprattutto la parte più produttiva del Paese (lavoratori e impresa) e lo Stato è apparso sempre più come un grande colosso burocratico costoso e inefficiente. Grillo non ha preso voti solo per protesta ma perché ha proposto cambiamenti che molti ritengono giusti”.
Sotto accusa i vertici, a Rimini Emma Petitti. “I PRIMI a lanciare siluri sono stati i ‘renziani’. Come il sindaco di Mondaino Fabio Forlani, tra le (tante) Cassandre della Valconca che il Pd non ha voluto ascoltare: «Ve l’avevamo già detto dai giorni delle primarie tra Renzi e Bersani, che qui c’era un malcontento verso il Pd». Forlani fu uno dei primi a puntare il dito sul malessere profondo della Valconca verso il partito. Non a caso, alle primarie, Renzi era andato molto bene in Valconca. E poi ancora Samuele Zerbini e gli altri ‘renziani’. «Si riparta da zero. Dimissioni di tutta la classe dirigente. Convocazione della assemblee del Pd. Rifacciamo tutto, ma — avverte Zerbini — non ci vengano a spiegare, proprio quelli che hanno combinato questo casino, come dobbiamo fare»”, (Fabio Galli, intanto, parla già da segretario provinciale).
“Un tema sul quale sembra per ora pensarla un po' diversamente Emma Petitti, segretario provinciale in procinto di fare le valige per Roma. "Valuteremo serenamente nei prossimi giorni su quando fare il congresso". La testa è già a Roma: "Ora c'è il tema della governabilità". Bisogna guardare avanti, dice Petitti. E sulle scelte da fare in Parlamento: "il primo errore dal mio punto di vista, sarebbe quello di pensare ad una grande coalizione senza Grillo"”, NuovoQuotidiano (p.9).
Su LaVocediRomagna il commento di Sergio Gambini. “M5S ottiene a Rimini il miglior risultato, sia in provincia che nel comune capoluogo, 6 punti abbondanti sopra il dato regionale. Per contro il PD riminese subisce il più grosso salasso rispetto alle elezioni del 2008, -11%, ben al di sopra della media regionale (- 7,5%): il peggior risultato della storia del centrosinistra dal ’94 ad oggi. Tra i comuni capoluogo Rimini finisce addirittura ultimo, dietro a Piacenza, non era mai successo. Anche il Pdl subisce una fortissima erosione, paragonabile a quella patita a livello nazionale, ma Rimini rimane per consensi al centrodestra la seconda piazza della regione. Il boom riminese M5S ha una chiave nel giudizio negativo, che coinvolge fette sempre più larghe di opinione pubblica, del modo e dei contenuti del governo locale ad impronta PD. Un rifiuto che ha a che fare con la percezione di un sistema di potere sordo alle istanze che vengono dalla società riminese”, (p.14).
In casa Pdl la perdita è miracolosa. “Oltre 29mila voti persi in cinque anni a livello provinciale. Dai 68.700 alla Camera del 2008 (35,76%) ai 39.554 sempre alla Camera di due giorni fa, dove è sceso sotto la soglia del 20% (19,86). Solo nel Comune di Rimini, i consensi si sono quasi dimezzati in cinque anni, da 30.145 a 16.726. Anche se alle comunali del 2011 erano stati 17.089 per il 26,25%. Se il Pd piange, il Pdl non ride di certo. Il coordinatore provinciale Fabrizio Miserocchi ne è consapevole, ma invita a guardare queste cifre anche da un altro punto di vista. Certo, tre settimane fa non ci si aspettava nemmeno che il Pdl si avvicinasse al 20%... "Non è che dal 2008 ad oggi noi ci siamo svegliati con 15 punti di meno, alle comunali di due anni fa avevamo il 26%. In 5 anni cambia il mondo dal punto di vista politico. Progressivamente, dal 2010 quando il Governo è entrato in sofferenza, abbiamo iniziato a perdere consenso, e Grillo a crescere". Dove vi ha portato questa parabola? "Quattro mesi fa eravamo attorno al 10%. Essere arrivati al 20 è stata una boccata d’ossigeno, avevamo visto la morte in faccia. Dopo le primarie del Pd tutti pensavano che il Pdl fosse un partito sbriciolato. A settembre c’è stato il caso Fiorito, poi Berlusconi che si ritira, gli attacchi della magistratura, i comitati per Alfano, le primarie che non si fanno, l’escalation mediatica del Pd con le primarie, il partito disorientato che sembrava esplodere... Bhé, insomma, oggi ripartiamo dallo zoccolo duro di gente che ci ha voluto proprio votare. Questi hanno votato Pdl e Berlusconi, punto"”, LaVoce (p.12).
La Lega (Carlino, p.6) ammette di aver abbandonato da tempo il campo riminese. “GIANLUCA Pini, lei si conferma parlamentare della Lega Nord, unico eletto in Emilia Romagna. Ma il suo partito ha preso sonore batoste un po’ dappertutto, specialmente in Alta Valmarecchia e a Bellaria Igea Marina, dove è stato o è ancora forza di governo. Come lo spiega? «La spiegazione è abbastanza semplice», attacca Pini. Ovvero? «Noi abbiamo dato un’importanza relativa a questa zona». Relativa? «Sì, relativa. Dopo i nostri purtroppo vani tentativi di attuare delle riforme e cercare un cambiamento vero, sempre bloccate da qualcuno, si è posta la necessità di ripartire dal basso». Soprattutto dopo le disavventure della famiglia Bossi, per così dire. «Ma in particolare i nostri alleati hanno allontanato molto il nostro elettorato». Quindi voi avete abbandonato gli elettori romagnoli? «Non è così. Diciamo che, in questa fase, ci siamo trovati nella condizione di dover fare una scelta più rischiosa, penalizzante, ma che era l’unica capace di far ripartire il progetto leghista del federalismo». Ovvero? «La scelta di puntare sul governo della regione Lombardia. Ed è a quel risultato che abbiamo dedicato tutte le nostre risorse»”.
“«Risultato deludente. Una scommessa rischiosa che abbiamo perso». Lo commenta così, Marco Lombardi, candidato al Senato di Mir-Samorì, lo 0,2% in provincia: praticamente 496 voti. Il Comune in cui ne ha presi di più è stato Rimini (con 248), ma la percentuale più alta sui votanti si è registrata a Maiolo con lo 0,7 per cento, ma sono solo 4 voti”, Corriere (p.8).
Aeradria. In procura procedono gli accertamenti relativi all’esposto a 5Stelle. “Non c’è ancora l’ufficialità da parte del terzo piano del palazzo di giustizia, ma sappiamo per certo che ieri mattina è stato sentito un politico, convocato in procura come «persona informata sui fatti»: si tratta di Fabio Pazzaglia, capogruppo di Sel-Fare- Comune, che da tempo attacca la maggioranza di centrosinistra proprio sulla gestione dell’aeroporto e recentemente ha sottolineato in consiglio comunale, fra le altre cose, che le nuove leggi non consentono continue ricapitalizzazioni in caso di società partecipate in continua perdita, come è il caso di Aeradria”, LaVoce (p.15).
Masini è confermato fino ad Agosto a capo del cda. “Eppure il Comune di Rimini, con un emendamento alla delibera approvata, chiedeva le dimissioni dell'attuale Cda”, NQ (p.11).
Vitali tratta per la privatizzazione. “Trattative che, ha assicurato ieri Vitali, sono «a buon punto». C’è infatti una società internazionale, con investitori anche italiani, che è pronta a rilevare una quota significativa di Aeradria per ampliare le proprie attività in campo aeroportuale. Molti indizi portano al fondo F2i, società di cui è amministratore delegato il manager Vito Gamberale, con cui la Provincia ha avuto vari contatti in questi mesi. F2i è un fondo specializzato negli investimenti sulle infrastrutture. Di recente è diventato azionista di maggioranza dell’aeroporto di Torino. Ma F2i non è l’unico interlocutore della Provincia, che sta trattando il ‘Fellini’ con diverse società”, ilCarlino (p.9).
Intanto, “Aeradria chiede più tempo per consegnare la documentazione necessaria a chiedere il concordato in continuità. La scadenza era prevista per domani. I professionisti incaricati dalla società che gestisce l'aeroporto di Rimini hanno però presentato al tribunale un'istanza di proroga di un mese per il deposito della documentazione. Non si sono quindi fatti trovare pronti con i due piani richiesti: uno industriale e uno di concordato, ossia un piano di pagamento – con relativi percentuali e tempi – dei creditori”, NQ (p.11).
Ieri gli albergatori hanno incontrato il sindaco di Rimini per parlare di lungomare e masterplan, LaVoce (p.17) e Corriere (p.13).